22/06

28/07

Salaborsa (piazza coperta)

Il Manifesto ritrovato: Maurizio Baroni e Bernard Martinand

A cura di Bernard Martinand, Maurizio Baroni e Rosaria Gioia
in collaborazione con Emiliano Lecce e Giuliana Cerabona

Apertura: lunedi dalle ore 14.30 alle 20 / martedi-venerdi dalle ore 10 alle 20 / sabato dalle ore 10 alle 19
Ingresso libero

Oggi che le nostre città non sono più tappezzate dai manifesti dei film, sappiamo che i pittori del cinema sono stati un tassello essenziale dell’età d’oro della settima arte: quando un artista riusciva a rappresentare attraverso un solo disegno un film, una storia, un’atmosfera, i suoi interpreti. In Francia e Italia l’arte dei pittori del cinema si è straordinariamente sviluppata ed è giunta fino a noi anche grazie alla passione e all’intelligenza di alcuni collezionisti. In occasione del Cinema Ritrovato 2017 ne onoriamo due, straordinari: Maurizio Baroni, collezionista e storico di quest’arte e Bernard Martinand, programmatore, macmahonista, cinetecario e collezionista.

 

Ho sempre amato il Cinema, fin da bambino.

I manifesti mi hanno sempre affascinato e mi suggerivano la trama a cui avrei assistito. Per questa ragione una prima volta decisi di portarmi a casa quella “trama” staccandola dal muro. Dal quel momento il desiderio di averne sempre in maggior numero mi ha spinto a perpetrare la “raccolta”. L’intervento di mio padre ha reso legale questa collezione (anomala per un bambino di 11 anni) che nel corso degli anni mi ha spinto a studiare l’arte grafico-pubblicitaria cinematografica.

Oltre 25.000 manifesti firmati dai più illustri cartellonisti italiani sono stati ceduti alla Cineteca di Bologna, manifesti che portano anche gli autografi dei maggiori registi, attori e musicisti. Il collezionismo è una malattia benigna dalla quale non si vorrebbe mai guarire perché ogni nuovo possesso è emozionante come lo è stato il primo.

Maurizio Baroni

 

Mi è sempre piaciuto collezionare affissi cinematografici. Li ho amati sin da quando ho mosso i primi passi nella professione come fattorino per Fred Orain, il produttore di Jour de fête: fu lui a regalarmi una locandina 60×80 opera del maestro René Péron (uno dei grandi cartellonisti dell’epoca) nella quale si menziona il fatto che il film fu girato in Thomson Color. Il procedimento tecnico si rivelò difficile da gestire in vista di un uso commerciale, tanto che il film fu distribuito in bianco e nero.

Un giorno Langlois mi disse che avevo la pellicola nel sangue, e si potrebbe dire la stessa cosa della carta.

Amo i manifesti e ciò che rappresentano, come mezzo di diffusione e soprattutto come opera d’arte. I loro autori erano costretti a lavorare a ritmo serrato e dovevano sottomettersi alle esigenze dei distributori, passando da un film francese a un film americano o di altri paesi. Non godevano del riconoscimento e del rispetto che meritavano, ed è per questo che mi piace presentare i miei tesori.

Oggi il manifesto cinematografico ha perduto la sua importanza nella promozione dei film, ed è destinato a scomparire nel futuro prossimo.

Bernard Martinand

 

Info

Da Giovedì 22/06/2017
A Venerdì 28/07/2017