Il primo manifesto della Storia del Cinema
Francia, 1902. Complice il contributo determinante di Ferdinand Zecca, Pathé Frères si sta affermando come una delle case di produzione cinematografiche più importanti, con un fatturato in costante aumento e un catalogo popolato da film di finzione sempre più lunghi. È in questo anno che, per promuovere proprio uno dei film diretti da Zecca, si decide di fare ricorso a uno strumento di marketing fino ad allora inedito: il manifesto cinematografico.
Il film è Les Victimes de l’alcoolisme, liberamente ispirato a L’assomoir di Emile Zola (è il primo adattamento cinematografico a noi noto di una sua opera) e in programma quest’anno al Cinema Ritrovato. Si tratta di uno dei primi esempi di cinema di critica sociale: affronta il tema dell’alcolismo attraverso le vicende di un operaio alcolizzato che trascina la sua famiglia nella disperazione e nella povertà.
Il manifesto del film, pittorico e coloratissimo, è affidato a un illustratore di origini brasiliane, Cândido Aragonez de Faria. Trasferitosi a Parigi nel 1882, Faria si era dedicato fino a quel momento a illustrazioni per libri, riviste e spettacoli teatrali e musicali. La rivista “Pathé”, numero del 15 dicembre 1912, parla così del talentuoso artista:
«Chi sa rendere meglio di lui, in una maniera sì precisa, il carattere e gli atteggiamenti, l’eleganza degli atti, la verità delle fisionomie? Egli fu il primo e il solo che poté realizzare questa maniera, così maltrattata oggi, che consiste nell’ottenere il massimo di rassomiglianza con il minor numero di segni. Nessuno meglio di lui è riuscito a comprendere la folla, assimilandosene lo spirito e indovinandone i gusti. E fu perché Faria aveva compreso il popolo, che poi il popolo lo comprese e andò da lui. Noi ne diamo dimostrazione ogni giorno di questa verità con una prova costante, che ci viene quotidianamente dai cinematografi delle cinque parti del mondo. Al Cinema, Faria fu un precursore e un iniziatore. Mai prima di lui, alcun artista aveva realizzato l’opera universale suscettibile di essere compresa immediatamente senza sforzo e senza istruzione artistica, da degli esseri d’origine, di temperamento e di aspirazioni tutt’affatto diverse. Il primo affisso da cinematografo è un punto della storia cinematografica che bisogna precisare – fu fatto nel 1901 da Faria, per le Vittime dell’Alcool. Fu appiccicato in ogni canto della terra, imponendo al mondo la più grande manifattura cinematografica del mondo, e insieme il buon nome di Faria.»
All’incirca nello stesso periodo Faria ha disegnato anche il manifesto di un altro dei film in programma al festival quest’anno, anch’esso prodotto da Pathé Frères nel 1902 e diretto da Ferdinand Zecca, Ali Baba et les quarante voleurs (12 tableaux).