YO SOY EL HÉROE

Ernesto Caparrós

Sog., Scen.: Rafael Barros. F.: Ricardo Delgado. M.: E.C. Oliver. Scgf.: Nono Noriega. Mus.: Alfredo Brito, Guerra y Blanco. Int.: Lolita Berrio (doña Carlota), Humberto de Dios (Rolando), Pepe del Campo (il sindaco), Julito Díaz (il tesoriere del municipio), Elsa Arnaiz (Georgina), Federico Piñero (Matías Reboredo), Armando Finzi (lo scultore). Prod.: P.I.C.A. (Piñero y Caparrós). Dvd. D.: 85’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Pioniere del cinema cubano, Ernesto Caparrós, dopo aver realizzato La serpiente roja (1937), primo lungometraggio sonoro della storia del cinema cubano, e Prófugos (1940), riuscì, con pochi soldi in tasca e una sceneggiatura originale di Rafael Barros, a realizzare Yo soy el héroe grazie al sostegno di Federico Piñero, qui al suo primo film come produttore, costretto a impegnare i suoi beni. Potendo contare anche sulla fama dell’attore, la Produzione P.I.C.A. (Piñero y Caparrós) ottenne credito e un po’ di denaro contante per affrontare le spese.
Non manca l’ingrediente musicale, tratto tipico del cinema cubano pre-rivoluzionario, qui introdotto un po’ forzatamente attraverso l’ambientazione di alcune scene in una serie di cabaret, bar, club notturni o cerimonie folcloristiche afro-cubane, ma grazie alla sapienza di Caparrós, il film, sottovalutato per molti anni, ha un ritmo trepidante e coinvolgente.
Yo soy el héroe è una commedia che non ha nulla da invidiare a nessun film messicano, argentino o spagnolo di quel periodo, con un susseguirsi di situazioni brillanti, dialoghi robusti e personaggi, inclusi quelli secondari, molto ben caratterizzati. Non mancano poi elementi di critica sociale. La scena iniziale in cui i nativi catturano Matías – ambientata in un luogo immaginario dell’Africa chiamato Tururilandia – non sfugge al cliché caricaturale per cui gli indigeni vengono ritratti come ignoranti la cui capacità espressiva si limita alla frase “Tururí ñán ñán”. Il distributore, Vicente Bernades di Exclusivas Ultra Films, presentava il film ai potenziali acquirenti stranieri come segue: “Yo soy el héroe è una farsa con due piatti forti: vivacità dell’azione e arguzia dei dialoghi; un film in cui potrete ascoltare la musica popolare cubana in tutta la ricchezza della sua tradizione. Risate a crepapelle, umorismo, ironia, buon gusto, tutto questo e molto di più in Yo soy el héroe, il film che riempirà i teatri di tutti i paesi di lingua spagnola”.

Luciano Castillo

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