YELLOW CAESAR

Alberto Cavalcanti

Scen.: Michael Foot, Frank Owen; Dialoghi: Adrian Brunel; Commento: Michael Frank; M.: Charles Crichton; Su.: Eric Williams; Int.: Benito Mussolini (Yellow Caesar), Douglas Byng (l’ammiratrice), Feliks Topolski (il disegnatore), Lito Masconas (lo speaker radiofonico italiano), Marcel King, Max Spiro, Sam Lee, Jack Warrock; Prod.: Alberto Cavalcanti per Ealing Studios 35mm. D.: 24’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Si dice che nel 1939/40 Alberto Cavalcanti subì pressioni affinché lasciasse la sua carica alla GPO Film Unit, in quanto era opinione diffusa che il produttore responsabile di un ente governativo in guerra dovesse essere di nazionalità britannica, mentre lui era brasiliano. Ma era sempre pronto a spiccare il volo, seguire nuove idee e applicare la sua abilità tecnica in settori nuovi. Gli Ealing Studios di Michael Balcon gli fornirono l’opportunità di entrare nell’industria commerciale, e questo film esplosivo, una satira pungente e originale sull’ascesa di Mussolini, fu uno dei primi incarichi che gli vennero assegnati, alla fine del 1940. Alcuni materiali di repertorio su Mussolini sono maliziosamente montati e intervallati a scene satiriche girate in studio, tanto da suggerire un apporto significativo da parte di un collaboratore di Cavalcanti, Adrian Brunel. Il critico che recensì il film per “Documentary News Letter” sembrò apprezzarlo, ma avrebbe preferito che fosse stato girato «prima, e non dopo, che tutti quanti in questo paese si fossero già fatti un’opinione sul conto di Mussolini». Non ha torto, anche se il pubblico a cui si rivolge il film non era solo inglese ma anche americano. Il titolo americano confermava l’amore di Brunel per i giochi di parole: The Heel of Italy (Il tallone/mascalzone d’Italia).

Geoff Brown

 

Copia proveniente da