WHO’S CRAZY?
Scen.: Thomas White. F.: Bernard Daillencourt. M.: Denise de Casabianca. Mus.: Ornette Coleman. Int.: The Living Theatre. Prod.: Thomas White, Allan Zion. DCP. D.: 73’. Bn.
Scheda Film
È quasi Dalí
(Salvador Dalí)
Il film fu proiettato al Festival di Cannes nel 1966 ma da allora non è stato più mostrato al pubblico e si credeva fosse andato perduto. (E White non ne girò altri.) In assenza del film, è rimasta famosa la colonna sonora, lo straordinario free jazz di Ornette Coleman e del suo trio. […] In Who’s Crazy?, girato nella campagna belga in un bianco e nero crudo e tetro, i membri del newyorkese Living Theatre (con l’eccezione dei suoi fondatori, Judith Malina e Julian Beck) interpretano i pazienti di un manicomio. L’autobus che li trasporta si guasta e un paziente tenta la fuga. Approfittando del trambusto fuggono anche tutti gli altri eludendo la sorveglianza dei guardiani. Raggiunta una desolata fattoria abbandonata, i pazienti vi si riparano, costruendo nell’isolamento una bizzarra ma autentica vita familiare, situazione che ispira al gruppo del Living Theatre un’ampia gamma di improvvisazioni. […]
La regia di White è poco strutturata, ma lo scopo è chiaro. Mescolando lo slapstick delle comiche mute con una resa pittorica del paesaggio che coglie l’anelito spirituale del cinema d’arte scandinavo (compresa una perfida e buffa parodia della ‘danza macabra’ del Settimo sigillo di Bergman), il regista fa intendere che la trascendenza delle nuove libertà sarà fisica – una profusione volutamente esagerata di canti e balli affrancatisi da forme e convenzioni familiari, un’imperiosa liberazione del corpo senza la quale non può esserci liberazione dell’anima. Who’s Crazy? sembra fatto apposta perché gli spettatori si alzino e si lascino andare insieme al film in una sorta di possessione cinematografica, spezzando le limitazioni contemplative della visione e dello schermo per trasformare la sala in un vero teatro nel quale il pubblico frenetico ed esultante si integra con l’azione del Living Theatre.
Richard Brody, “The New Yorker”, 25 marzo 2016
White si era portato dietro nei vari traslochi una grande scatola di cartone contenente l’unica copia 35mm del film; da ultimo la pellicola era rimasta a lungo in un garage del Connecticut. Il film era considerato perduto dalla Library of Congress e dai pochi esperti di jazz nel cinema che ne avevano sentito parlare. Lo scorso ottobre, dopo la scomparsa di Ornette Coleman, ho rintracciato il regista e – con l’archivista di Anthology, John Klacsmann – ho rinvenuto la malconcia copia 35mm con sottotitoli francesi incorporati risalenti alla proiezione di Cannes.
Vanessa McDonnell
Restaurato nel 2016 da Grand Motel Films in collaborazione con Anthology Film Archives presso Colorlab, Rockville, Maryland.
Musiche eseguite da The Ornette Coleman Trio: Ornette Coleman (sax), David Izenzon (contrabbasso), Charles Moffett (percussioni). Sadness è cantata da Marianne Faithfull