While Paris Sleeps

Allan Dwan

Scen.: Basil Woon. F.: Glen McWilliams. M.: Jack Murray, Paul Weatherwax. Scgf.: William Darling. Int.: Victor McLaglen (Jacques Costaud), Helen Mack (Manon Costaud), William Bakewell (Paul Renoir), Jack La Rue (Julot), Rita La Roy (Fifi), Maurice Black (Roca), Lucille La Verne (Madame Golden Bonnet), Paul Porcasi (Kapas). Prod.: Fox Film Corporation. Pri. pro.: 8 maggio 1932. 35mm. D.: 62′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un galeotto, eroe della Prima guerra mondiale, evade per raggiungere a Parigi la figlia che lo crede morto. Non ha il coraggio di rivelarle la sua vera identità e si finge un amico del padre. Nel poco tempo che trascorreranno insieme, avrà l’occasione di favorire una storia d’amore fra lei e un giovane fisarmonicista. Ma soprattutto le permetterà di sfuggire dalle grinfie di una banda di protettori e lestofanti, sacrificando la sua stessa vita. Sin dai suoi primi film sonori, Dwan padroneggia completamente il nuovo mezzo espressivo, come dimostra l’uso sapiente e misurato che fa qui del dialogo, in un susseguirsi di brevi sequenze efficaci e poetiche. Il dialogo non rallenta né appesantisce mai l’azione. La storia, costruita con consumata abilità, sa essere serrata, densa e agile nello stesso tempo, permettendo agli interpreti di esprimere tutte le sfumature e la complessità dei loro personaggi. La fotografia, spesso assai cupa, possiede anch’essa una  grande  varietà di sfumature che nulla ha a che vedere con il pittoresco dei ‘film francesi d’atmosfera’. C’è qualcosa di Victor Hugo nella storia: nella natura dell’intrigo (vicino per certi aspetti ai Miserabili), ma anche nel bilanciamento di forza e di dolcezza nella caratterizzazione dei personaggi. Dwan si dimostra come sua abitudine particolarmente sensibile a ciò che di patetico c’è nel loro destino. Il film è anche il primo esempio nell’opera sonora di Dwan di quella fusione fra elegia e tragedia che si ritroverà vent’anni più tardi nelle ultime opere del grande regista.

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma. Les films, Robert Laffont, Paris 1992

Copia proveniente da

Restaurato da Twentieth Century Fox in collaborazione con MoMA - The Museum of Modern Art