WHEN THE BLOOD CALLS
L’appel du sang. P.: Pathé Exchange. 35mm. L.: 325m. D.: 16’ a 20 f/s.
Scheda Film
“La Cinémathèque française conserva un fondo di western americani girati fra il 1910 e il 1914, pellicole sconosciute e raramente studiate dagli storici del cinema. Quattordici di questi film sono stati restaurati nel 1997. L’unica informazione certa che si aveva su questo fondo era che si trattava di produzioni Pathé, girate negli Usa da registi e attori americani. […] Quando esce, nel 1914, l’ultimo di questi film, il cinema non si è ancora trasferito all’ovest e come locations vengono usate la campagna del New Jersey e dello Stato di New York. Appena usciti dalle grandi città, le produzioni si trovavano a disposizione spazi incontaminati, ancora selvaggi, dall’aspetto grandioso e facilmente accessibili. Il cinema fu in grado di far risaltare questi spazi e la natura dei suoi primi abitanti: gli indiani.
La scelta dei soggetti di questi film non è stata fatta in base ad una riflessione teorica, o alla volontà di dar conto di temi diversi. L’originalità di questo insieme si rivela film dopo film: l’indiano non è trattato allo stesso modo dei bianchi, ma è spesso depositario di virtù che fanno chiaramente difetto a questi ultimi. Dunque la sua riabilitazione non è iniziata negli anni cinquanta, contrariamente a quanto affermano pregiudizi cinefili comunemente accettati. Già all’inizio del secolo l’indiano è, al cinema, l’eroe senza paura e senza macchia di numerose produzioni popolari e senza pretese. È peraltro probabile che molti spettatori affascinati dalle scene di battaglia e dai vasti orizzonti, avessero loro stessi partecipato alle Guerre Indiane, che si erano concluse appena vent’anni prima”.
(Claudine Kaufmann, Le silence sied à l’Indien, Cinémathèque, n. 12, 1997)