Way Out West

James W. Horne

T. It.: Allegri Vagabondi; Sog.: Jack Jevne, Charles Rogers; Scen.: Charles Rogers, Felix Adler, James Parrott; F.: Art Lloyd, Walter Lundin; Mo.: Bert Jordan; Scgf.: Arthur I. Roy- Ce; Mu.: Marvin Hatley; Int.: Stan Laurel (Stanley), Oliver Hardy (Oliver), Sharon Lynne (Lola Marcel), James Finlayson (Mickey Finn), Rosina Lawrence (Mary Roberts), Stanley Fields (Sceriffo), Vivien Oakland (Moglie Dello Sceriffo), James Mason (Padrone Ansioso), The Avalon Boys Quartet (Chill Wills, Art Green, Walter Trask, Don Brookins); Prod.: Stan Laurel Productions Per Hal Roach Studios, Inc. E Metro-Goldwyn-Mayer; Pri. Pro.: New York, 16 Aprile 1937; 35mm. D.: 64′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Fino agli anni Sessanta, tutti i grandi comici americani (con la sola eccezione di Harry Langdon), si sono cimentati almeno una volta con il western, il “cinema americano per eccellenza” cele­brato da Bazin e Rieupeyrout nel 1953. Way Out West è l’unica incursione di Laurel e Hardy nel genere, ma è un esito magistra­le che riesce, senza sforzo apparente, a conciliare l’universo abituale dei due compari con uno scenario che era loro a priori totalmente estraneo, senza mai tradire né l’uno né l’altro. La responsabilità di questo successo è da attribuire senz’altro in gran parte a Stan Laurel che, dopo una serie di lungometraggi deludenti, decide nel 1936 di prendere in mano la situazione producendo egli stesso Our Relations e Way Out West per Hal Roach e la MGM. Deve senza dubbio molto anche a James Parrott (il fratello di Charlie Chase), che ha realizzato alcuni anni prima alcuni dei migliori cortometraggi del tandem e che qui riprende servizio con loro come sceneggiatore. Con una scelta azzeccata, il film impiega quasi cinque minuti per installare il suo scenario western (un saloon, delle entraìneuse, Jimmy Finlayson come barista irascibile) prima di decidersi a introdurre i nostri eroi che vi appariranno più sperduti che mai. E i trentacinque minuti che seguono, sfruttano con convinzione distac­cata il gioco delle convenzioni del western, con diligenza, cow­boy canterini (Chill Wills e The Avalon Boys), sceriffo e sparato­rie. L’ultima parte, invece, è incentrata solo su Laurel e Hardy, e i loro esilaranti sforzi per penetrare di notte in una casa, potreb­bero trovare posto in una storia qualsiasi. Giocando sull’oppo­sizione classica tra i greenhorns venuti dalla grande città e la brutalità dei costumi dell’Ovest ancora selvaggio, Laurel e Hardy la rinnovano, sottraendosi ad ogni tentativo di provare la loro superiorità sulle circostanze. È escluso che vi si adattino se non in superficie, come indica immediatamente la loro scelta di rimanere fedeli (a prezzo di qualche adattamento minore) ad un abbigliamento che non hanno esitato ad abbandonare in altri film. Ma di contro è infinita la loro capacità di rimanere inaltera­bilmente se stessi fino al momento in cui ripartiranno, nel fina­le, immutati dalla loro avventura. Di tutti i lungometraggi di Lau­rel e Hardy, Way Out West è senza dubbio quello più mirabilmente equilibrato, ma anche il più coerentemente comico nella sua ansia di alternare abilmente le scene di pura farsa (le straor­dinarie risate di Laurel tormentato dal solletico fino alla resa), con la commedia dei caratteri e con gag isolate di puro nonsense (il pollice di Laurel che si accende come un accendino per la pipa). Rimane soprattutto indimenticabile per gli estimatori di Laurel e Hardy, come l’occasione di scoprire i talenti di cantan­ti dei due (“The Trail of the Lonesome Pine”), e soprattutto di vederli danzare un delizioso passo a due (“At the Ball, That’s All”), con la grazia che consente solo l’innocenza.

Jean-Pierre Berthomé

Copia proveniente da

Restauro finanziato da
Servizi di laboratorio forniti da

Stanford theatre film laboratory

Intervento effettuato su una copia nitrato 35mm.