VOYAGE AU CONGO

Marc Allégret

Scen.: André Gide, Marc Allégret. F.: Marc Allégret. M.: Marc Allégret, Alberto Cavalcanti. Prod.: Pierre Braunberger, Néo-Films. DCP. D.: 117′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Marc Allégret gira nel 1925 il suo primo film, Voyage au Congo, un documentario sull’Africa equatoriale nel quale esprime con sguardo rispettoso la propria ammirazione per i popoli incontrati, i gesti familiari, i giochi, le danze e i rituali, la bellezza dei corpi e dei paesaggi.
L’iniziativa del viaggio è di André Gide, in missione per contro del Ministero delle Colonie. All’epoca già scrittore di fama, fin da giovanissimo sogna di viaggiare in Africa e manifesta nuovamente il proprio interesse per l’Africa subsahariana in seguito al ritorno dalla missione in Camerun del pastore protestante Élie Allégret (suo amico e padre di Marc), nell’ottobre del 1922. Per organizzare l’avventura africana Gide propone al futuro cineasta un posto di segretario con il compito di aiutarlo a pianificare l’itinerario. È di fatto Marc Allégret che, oltre a garantire l’organizzazione della spedizione, prepara ed effettua da solo le rischiose riprese. […]
Gide e Allégret si imbarcano a Bordeaux sul piroscafo L’Asie e salpano per Dakar il 18 luglio 1925. Undici mesi dopo, il 31 maggio 1926, i due viaggiatori raggiungono nuovamente il porto di Bordeaux. […] Allégret gira Voyage au Congo senza alcuna esperienza, conciliando le riprese con le mansioni principali affidategli da André Gide e dovendo rispettare tappe e ritmi del viaggio.
[…] Voyage au Congo è un film asciutto e sorprendente, contraddistinto da un’estetica piuttosto rara per l’epoca e incentrato non sul viaggio dei due uomini, ma su luoghi e tribù singolari e ancora ignoti al grande pubblico.
Nel 1927, mentre Marc Allégret è impegnato a montare il film, André Gide pubblica per Gallimard il giornale di bordo intitolato Voyage au Congo, cui segue nel 1928 Le Retour du Tchad. Il film è una sorta di testimonianza visiva del diario di viaggio di Gide. Rappresenta tuttavia un’opera a se stante, il cui sguardo personale si distingue da quello dello scrittore. Il libro denuncia i misfatti dell’amministrazione coloniale, posizione politica condivisa da Allégret. Il film si limita spesso a descrivere la bellezza dei popoli incontrati – “I giochi di luce sui corpi scuri che l’acqua ha reso lucenti come bronzo levigato” – ignorando volontariamente la presenza coloniale e quella dei bianchi. Il regista si diverte anche a mettere in scena, come in un film di finzione, una vicenda sentimentale. Una sequenza curiosa e in netto contrasto con lo stile documentario e la cronaca di viaggio, che generalmente comportano una certa distanza necessaria a preservare la naturalezza e la spontaneità degli individui.

Hervé Pichard

Copia proveniente da

Restaurato da Les Films du Panthéon in collaborazione con Les Films du Jeudi con il contributo di CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée e Cinémathèque française presso il laboratorio Hiventy a partire dal negativo originale conservato da CNC, un controtipo di Cinémathèque française e una copia di BFI – National Archive. Musica originale composta da Mauro Coceano