VOLKER SCHLÖNDORFF, THE BEAT OF THE DRUM
Scen.: Pierre-Henri Gibert. Int.: Volker Schlöndorff, Margarethe von Trotta. Prod.: Cineteve, ARTE France. DCP.
Scheda Film
Volker Schlöndorff è il più europeo dei registi tedeschi. Dal Tamburo di latta a Diplomacy, questo film esplora la vita e le opere di un artista che lasciando il suo paese ha acquisito la prospettiva che gli ha permesso di ritrarlo meglio di chiunque altro. Una ricerca personale che fornisce anche un punto di vista unico sulla storia tedesca ed europea. La vita e il destino di Schlöndorff pongono con straordinaria acutezza l’ardua questione dell’identità. Come si costruisce l’identità degli sradicati? Da cosa dipende il senso di appartenenza a un paese? Che cosa siamo dopo aver rifiutato le nostre origini? Volker Schlöndorff fa parte della generazione di tedeschi che sono stati marchiati dalla colpa, che sono diventati adulti con la vergogna di provenire dal paese dei nazisti. Il suo trasferimento in Francia ancora adolescente appare come un tentativo di sfuggire alla propria nazionalità per farsi ‘più francese dei francesi’. E con il successo professionale Schlondorff si è spinto ancora più lontano, fino a Hollywood. Eppure ha abbracciato come pochi artisti la storia del suo paese, esplorandone le zone grigie alla ricerca delle radici del male e del degrado, documentando attraverso la finzione le lacune della storia nazionale contemporanea. A rendere cosi gratificante la sua storia è il fatto che abbia svolto questo serissimo compito in maniera completamente indisciplinata, disturbando l’ordine costituito, contestando la storia ufficiale. È l’incarnazione della cattiva coscienza della Germania, e attraverso i suoi film è riuscito a trasformare quella critica in una produzione di grande valore artistico e morale. La realizzazione di questo documentario è anche una risposta, una rara opportunità di offrire un esempio positivo. L’esempio di qualcuno che, giovanissimo, ha rifiutato il nazionalismo ricevuto in eredità ed è stato capace di attraversare le frontiere per sfuggire al determinismo della vita, e vivere un’esistenza singolare. “Siamo noi che decidiamo della nostra vita!” sembra dirci Schlöndorff, nel suo credere che tutto è possibile.
Pierre-Henri Gibert