VISITA OU MEMÓRIAS E CONFISSÕES

Manoel de Oliveira

Scen., Dial.: Manoel de Oliveira, Agustina Bessa-Luís. F.: Elso Roque. M.: Manoel de Oliveira, Ana Luísa Guimarães. Int.: Manoel de Oliveira, Maria Isabel de Oliveira, Urbano Tavares Rodrigues (se stessi), Teresa Madruga, Diogo Dória (voci). Prod.: Cineastas Associados ·35mm. D.: 68’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Girato all’inizio degli anni Ottanta e pensato come opera postuma, Visita ou Memórias e Confissões portò Manoel de Oliveira a filmare la casa di Rua Vilarinha, a Oporto, che fece costruire su progetto dell’architetto José Porto e nella quale visse con la sua famiglia per quarant’anni, dal 1940 (anno in cui si sposò) al momento in cui fu costretto a venderla.
Trattandosi di un film autobiografico di ‘ricordi e confessioni’, il regista ha voluto che restasse inedito fino alla sua morte. “Una casa è un rapporto intimo, personale, il luogo in cui stanno le radici di una persona”, “su mia richiesta Agustina ha scritto un bellissimo testo, intitolato Visita. E io vi ho aggiunto alcune riflessioni sulla casa e sulla mia vita” (Manoel de Oliveira).
Grazie, caro Manoel, per averci lasciato in regalo postumo uno dei tuoi più bei film! Costretto a vendere la tua casa-labirinto circondata da un giardino incantato, dove avevi vissuto e creato per quarant’anni, avevi deciso nel 1982 di filmarne una Visita, tipo Marienbad, attraverso i suoi meandri e i suoi reconditi segreti, sostenuta da un testo lirico scritto dalla tua fedele Agustina Bessa-Luís e recitato a due voci. Inoltre, avevi voluto narrarci in piedi, con lo sguardo rivolto davanti alla macchina da presa, come in uno specchio di Escher, i tuoi ‘ricordi e confessioni’. A quell’epoca avevi realizzato solo sei film, un quinto della tua opera. Ci parlavi di tuo padre, potente industriale, di tua moglie, musa devota, e delle donne in generale, dei tuoi figli, del tuo nefasto soggiorno nelle prigioni salazariane, del tuo secolo tumultuoso, e soprattutto della tua vocazione. “Il cinema è la mia passione. Per lui ho sacrificato tutto”. Già con Porto da minha infância, nel 2001, ci avevi raccontato la tua giovinezza di atleta cinefilo. La tua parabola, da gran borghese a grande artista, tra cadute fatali e voli audaci, con quanta sprezzatura l’hai tracciata! Liberato, per l’eternità, dal Tempo. Grazie infinite.

P.S. Avviso ai distributori: non azzardatevi a chiamarlo ‘documentario’!

Lorenzo Codelli

Copia proveniente da