VANINA VANINI

Roberto Rossellini

Sog.: dal romanzo “Chroniques italiennes” di Stendhal; Scen.: Diego Fabbri, Jean Gruault, Roberto Rossellini, Franco Solinas, Antonello Trombadori; F.: Luciano Trasatti; Mo.: Mario Serandrei, Daniele Alabiso; Scgf.: Luigi Scaccianoce; Cost.: Danilo Donati; Mu.: Renzo Rossellini; Int.: Sandra Milo (Vanina Vanini), Laurent Terzieff (Pietro Missirilli), Marti- ne Carol (contessa Vitelleschi), Paolo Stoppa (Asdrubale Vanini), Isabelle Corey (Clelia), Fernando Cicero (Livio Savelli), Antonio Pierfederici (Saverio Pontini), Olimpia Cavalli (came- riera della locanda), Jean Gruault (uomo dalla voce bianca); Prod.: Morris Ergas per Orsay Films/Zebra Film 35mm. D.: 120’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Probabilmente non vedremo mai una versione davvero integrale di questo film. Sappiamo infatti che il produttore, Morris Ergas, ebbe dei disaccordi col regista e cambiò il montaggio contro la sua volontà. Preoccupato di favorire la sua musa, l’attrice Sandra Milo, Ergas cancellò tutte le parti riguardanti la contessa Vitelleschi (Martine Carol), rendendo quasi incomprensibile il primo terzo del film che risulta così più motivato dall’intreccio amoroso che dal contesto politico. (…) Rimangono comunque molte cose notevoli, in grado di accontentare i cinefili. Innanzitutto la grande scena del ballo, in cui Vanina si muove con l’aria annoiata di giovane ereditiera sfaccendata, destinata da un padre isterico (un superbo Paolo Stoppa) a un matrimonio d’interesse; poi le agitazioni di un piccolo cortigiano, interpretato dal nostro amico Jean Gruault, pronto a fiutare il vento della Storia; le torture inflitte ai presunti terroristi da un potere tirannico, sotto lo sguardo compiacente di un clero sottomesso; senza contare la magnifica inquadratura di Vanina, in piedi contro una finestra, impaziente di rivedere Pietro. Tutto ciò, che nella prima versione francese mancava, (…) ribadisce la nostra ammirazione per questa sconvolgente cronaca di due passioni incrociate: quella di una donna “tutta intera avvinghiata alla preda” [come nella Fedra di Racine] e quella di un militante infiammato dal suo ideale rivoluzionario. Anche la scelta dei due interpreti, che è stata contestata, si giustifica: Laurent Terzieff, intellettuale asciutto ed esaltato, si oppone perfettamente a Sandra Milo, plasmata di densa sensualità. Nessuno

dei due ha mai più avuto un ruolo migliore. Attorno ad essi si agita una galleria di burattini e furfanti spinti solo dal desiderio di mantenere i loro privilegi. I principi della chiesa non vengono risparmiati da un cineasta spesso accusato di essere bigotto: la scena del colloquio con il cardinale è un pezzo da antologia che Buñuel non avrebbe certo sconfessato.

Claude Beylie, Retour à Rossellini, “Cinéma 90”, n. 465, mars 1990

 

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