UNE JOURNÉE D’ANDREI ARSENEVITCH

Chris Marker


Prod.: Amip / La Sept Arte / Ina / Arkeion Films Beta Sp. D.: 55’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Andrej Tarkovskij commenta, nel suo Diario del 1986, le immagini riprese a Parigi da suo figlio, Andrioucha, che aveva finalmente avuto il permesso di raggiungerlo in Francia: “Ho un’aria mostruosamente impacciata, poco naturale, reprimo la mia emozione e ripeto delle sciocchezze”. È a cominciare da questa Journée molto russa che vengono ad aggiungersi le evocazioni, le citazioni, le messe in prospettiva di ciò che costituisce il linguaggio di uno dei più grandi autori di cinema di tutti i tempi. È dal punto di vista dei grandi temi tarkovskiani e della sua scrittura unica che si viaggia attraverso i film, compreso il suo primo saggio scolastico a Mosca e quel Boris Godunov pressoché sconosciuto che aveva messo in scena al Covent Garden nel 1983. La struttura si è imposta da sola, articolata intorno a due altre riprese video: quella di una visita sul set in esterni di Sacrificio a Gotland qualche mese prima, quando Tarkovskij non sapeva ancora di essere malato, e quella che aveva sollecitato egli stesso, come testimonianza del suo lavoro, quando dal suo letto, poco tempo prima di morire, dirigeva il montaggio.

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