UN COLPO DI PISTOLA

Renato Castellani

Sog.: dal racconto omonimo di Aleksandr Puškin. Scen.: Mario Bonfantini, Renato Castellani, Corrado Pavolini, Mario Soldati, Alberto Moravia. F.: Massimo Terzano. M.: Mario Serandrei. Scgf.: Nicola Benois, Gastone Medin. Mus.: Vincenzo Tommasini. Int.: Assia Noris (Mascia), Fosco Giachetti (Andrea Anickoff), Antonio Centa (Sergio Drutzky), Rubi Dalma (la contessa Giulia), Renato Cialente (Gerardo de Valmont), Mimì Dugini (Antonietta), Emilio Petacci (il notaio), Anna Capodaglio (Maria Nicolajevna, la governante), Agnese Dubbini (Dora, la locandiera), Ugo Sasso (Tommaso, il marito di Dora). Prod.: Lux Film · 35 mm. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Adattamento piuttosto libero e creativo del breve (sedici pagine) racconto di Puškin, questo primo film di Castellani appare curatissimo ed estremamente controllato: furono certamente tali qualità a valere al regista la definizione di ‘calligrafico’, condanna inflitta anche a Mario Soldati (che era tra gli sceneggiatori) e ad altri registi molto competenti, quasi che possedere una buona calligrafia fosse qualcosa di negativo… Film di una ricchezza straordinaria, tanto più se si tiene conto che fu realizzato durante la Seconda guerra mondiale, e magnifica ricostruzione della Russia e dell’Ucraina negli anni Trenta dell’Ottocento, Un colpo di pistola ha nel cast il proprio punto debole: Fosco Giachetti trasforma il suo chiuso e riservato Andrea in un personaggio privo di senso dell’umorismo, mentre il suo amico divenuto nemico mortale, Sergio (interpretato da Antonio Centa), risulta troppo fatuo, e non sembra probabile che ci si possa innamorare della bella ma fredda (e stucchevolmente ritrosa) Assia Noris nel ruolo di Masha… Tuttavia Un colpo di pistola è un film notevolmente riuscito, soprattutto per un assoluto esordiente e in particolare nella sequenza introduttiva, che precede la narrazione in flashback e che nulla deve a Puškin.

Miguel Marías

Stavo lavorando con Blasetti alla Corona di ferro, prodotto dalla Lux. Oltre ad esserne aiuto regista, avevo scritto il soggetto e collaborato alla sceneggiatura. Libero Solaroli, che era un mio grande amico, mi domandò se conoscevo la novella Un colpo di pistola di Puškin. Non la conoscevo. Mi affrettai a comprare il libro e a leggerlo. La novella mi piacque moltissimo, tanto che quella notte restai sveglio nella mia stanzetta (abitavo in via Flaminia) e di getto scrissi gran parte del soggetto. Due giorni dopo, portai il soggetto alla Lux. E pochissimi giorni dopo mi chiamò l’ingegner Gatti, direttore della produzione, per dirmi che la società aveva intenzione di realizzare il film.
Quando Un colpo di pistola venne proiettato, fui accusato di calligrafismo e di freddezza. Rivedendolo, mi sembra proprio che si sia trattato di una calunnia. Non era e non è affatto freddo. Calligrafico? Il film fu girato di proposito un po’ in punta di penna, all’insegna dell’eleganza. Di questo passo, facendo i debiti paragoni, si può accusare di calligrafismo anche Flaubert. Nella sostanza, poi, il film è tutt’altro che freddo, perché è un lungo tergiversare sull’amicizia tra due uomini. La donna gioca un po’ come uno specchio.

Renato Castellani, Quattro soggetti, Centro Cattolico Cinematografico, Roma 1983

Copia proveniente da