UN CHIEN ANDALOU

Luis Buñuel

Scen.: Luis Buñuel, Salvador Dalí. F.: Albert Duverger; M.: Luis Buñuel. Scgf.: Pierre Schildknechtò. Int.: Luis Buñuel (l’uomo col rasoio), Pierre Batcheff (il ciclista / l’uomo), Simone Mareuil (la ragazza), Jaime Miravilles, Marval (due preti), Fano Messan (l’androgino), Robert Hommet (l’uomo della spiaggia). Prod.: Luis Buñuel. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un chien andalou nacque dall’incontro fra due sogni. Appena giunto a Figueras, da Dalí, invitato a passarci qualche giorno, gli raccontai che avevo sognato da poco una nuvola lunga e sottile che tagliava la luna e una lama di rasoio che spaccava un occhio. Lui mi raccontò che la notte prima aveva visto in sogno una mano piena di formiche. Aggiungendo: “E se dai due sogni ne cavassimo un film?” La sceneggiatura fu scritta in meno di una settimana secondo una semplicissima regola adottata di comune accordo: non accettare alcuna idea, alcuna immagine in grado di portare a una spiegazione razionale, psicologica o culturale. Aprire le porte all’irrazionale. Accogliere soltanto le immagini che ci colpivano, senza cercar di capire perché.

Luis Buñuel, Dei miei sospiri estremi, Rizzoli. Milano 1983

Un chien andalou è un’opera fondamentale sotto tutti i punti di vista: sicurezza nella messa in scena, abilità nell’illuminazione, perfetta conoscenza delle associazioni visive e ideologiche, solida logica del sogno, mirabile confronto tra subcosciente e razionale. Considerato dal punto di vista del tema sociale, Un chien andalou è un film preciso e coraggioso. […] Un cane andaluso ulula, ma chi è morto? La nostra apatia, che ci fa accettare tutte le mostruosità commesse dagli uomini sulla terra, è messa a dura prova quando non riusciamo a sopportare sullo schermo la visione di un occhio femminile tagliato in due da un rasoio. Ma è uno spettacolo più spaventoso di quello offerto da una nube che vela la luna piena? Questo è il prologo; e dobbiamo ammettere che non può lasciarci indifferenti. Ci assicura che, in questo film, si tratterà di vedere con occhi diversi dal solito, se così si può dire. […] Monsieur Buñuel è una buona lama e non sa barare. Una botta alle cerimonie macabre, a quest’ultima toilette di un essere che ormai non è più e del quale soltanto la polvere grava sul letto. Una botta a chi ha macchiato l’amore con la violenza. Una botta al sadismo, la cui forma più segreta consiste nella curiosità. E tiriamo un po’ la corda della Morale che ci mettiamo al collo. Vediamo un po’ cosa c’è all’altro capo. Un tappo, ecco almeno un argomento di un certo peso. Una bombetta, povera borghesia. Due fratelli della Scuola Cristiana, povero Cristo. Due piani a coda, pieni di carogne e di escrementi, povera ipersensibilità. E per finire, l’asino in primo piano, come previsto. Monsieur Buñuel è terribile. Si vergogni chi in gioventù ha ucciso quel che avrebbe potuto essere e che ora cerca lungo la spiaggia, dove il mare rigetta i nostri ricordi e i nostri rimpianti, fino all’inaridirsi di ciò che si è una volta arrivata la primavera. Cave canem… Attenti al cane, morde.

Jean Vigo, Vers un cinéma social, 1930

 

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Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2021 da La Cinémathèque française e Filmoteca Española in collaborazione con Les Grands Films Classiques presso il laboratorio Hiventy, a partire da un negativo originale e da un controtipo di sicurezza preservati presso La Cinémathèque française e un controtipo analogico del 2003 proveniente dalla Filmoteca Española. Con il contributo di Creative Europe nel contesto del progetto ‘A season of Classic Films’ promosso dall’Association des Cinémathèques Européennes.