UN CHIEN ANDALOU –
Sc.: Luis Buñuel, Salvador Dalí. F.: Albert Duverger. Mu.: brani da Tristano e Isotta di Richard Wagner e tanghi argentini. M.: Luis Buñuel. Ass.R.: Pierre Batcheff. In.: Pierre Batcheff (l’uomo), Simone Mareuil (la ragazza), Jaume Miravitlles, Salvador Dalí e Marral(frate), Luis Buñuel (l’uomo con il rasoio), Fano Messan (l’androgino). P.: Luis Buñuel. 35mm. L.: 429 m. D.: 17 a 18 f/s.
Scheda Film
Un Chien andalou è un’opera fondamentale sotto tutti i punti di vista: sicurezza nella messa in scena, abilità nell’illuminazione, perfetta conoscenza delle associazioni visive e ideologiche, solida logica del sogno, mirabile confronto tra subcosciente e razionale. Considerato dal punto di vista del tema sociale, Un Chien andalou è un film preciso e coraggioso. […] Un cane andaluso ulula, ma chi è morto? La nostra apatia, che ci fa accettare tutte le mostruosità commesse dagli uomini sulla terra, è messa a dura prova quando non riusciamo a sopportare sullo schermo la visione di un occhio femminile tagliato in due da un rasoio. Ma è uno spettacolo più spaventoso di quello offerto da una nube che vela la luna piena? Questo è il prologo; e dobbiamo ammettere che non può lasciarci indifferenti. Ci assicura che, in questo film, si tratterà di vedere con occhi diversi dal solito, se così si può dire. […] M. Buñuel è una buona lama e non sa barare. Una botta alle cerimonie macabre, a quest’ultima toilette di un essere che ormai non è più e del quale soltanto la polvere grava sul letto. Una botta a chi ha macchiato l’amore con la violenza. Una botta al sadismo, la cui forma più segreta consiste nella curiosità. E tiriamo un po’ la corda della Morale che ci mettiamo al collo. Vediamo un po’ cosa c’è all’altro capo. Un tappo, ecco almeno un argomento di un certo peso. Una bombetta, povera borghesia. Due fratelli della Scuola Cristiana, povero Cristo. Due piani a coda, pieni di carogne e di escrementi, povera ipersensibilità. E per finire, l’asino in primo piano, come previsto. Monsieur Buñuel è terribile. Si vergogni chi in gioventù ha ucciso quel che avrebbe potuto essere e che ora cerca lungo la spiaggia, dove il mare rigetta i nostri ricordi e i nostri rimpianti, fino all’inaridirsi di ciò che si è una volta arrivata la primavera. Cave canem… Attenti al cane, morde.
Jean Vigo, “Vers un cinéma social”, 193o
Versione priva delle didascalie originali, ricostruite nel 1993 da Yasha David per la fondazione Luis Buñuel, in collaborazione con la Cinémathèque Française