U SAMOGO SINEGO MORJA

Boris Barnet

(T. lett.: Proprio presso il mare blu); Scen.: Klimentij Minc; F.: Mihail Kirillov; Scgf.: Vadim Aden; Mu.: Sergej Potockij; Su.: A. Gornštejn; Int.: Elena Kuz’mina (Marija), Lev Sverdlin (Jusuf), Nikolaj Krjučkov (Alëša), Semën Svašenko (presidente del kolchoz), V. Sateeva, A. Žuhov, A. Dolinin, S. Komarov; Prod.: Mežrabpomfil’m e Azerfil’m; Pri. pro.: 20 aprile 1936. 35mm. D.: 70’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

«Tutti passavano vicino alle reti dei pescatori, tutti le vedevano ma solo Barnet osservava le cose come era solito fare, pensando a come trasformare particolari concreti in immagini pittoriche cariche dal punto di vista emozionale. Ciò che allo sguardo comune appariva irriverente, nella percezione di Barnet diventava favoloso, insolito, pieno di significati». La testimonianza dello sceneggiatore Minc rivela l’intesa tra i due artisti, benché il film sia molto lontano dalla sceneggiatura letteraria. Mantenendo i personaggi e lo sviluppo lirico, Barnet ci introduce in una storia dai contorni fortemente onirici, dove il riscontro con la realtà perde la sua importanza per recuperare un’altra verità: il mare e l’isola si fanno luogo di vitalità e di connessione con una fonte primaria e la sua armonia. In tal senso Vicino al mare più azzurro rappresenta quel modello esemplare di «idillio e utopia» (secondo la definizione di Evgenij Margolit) che attraversa l’intera opera del regista. «Il film più originale e libero da tutti i canoni estetici e ideologici», scrive Jacques Lourcelles, «intimamente vicino all’autore e meglio accordato all’infinita vitalità cosmica dell’universo che hanno sempre cercato di restituire, in tutte le epoche, i migliori film russi».
Il film fu molto apprezzato nell’ambiente artistico. Al contrario, non riscosse il successo previsto tra il pubblico e per il suo carattere astratto la critica ufficiale nel volgere di poco tempo assurse Barnet a esempio di meritato insuccesso accanto a Ejzenštejn per il suo Bežin Lug, bloccato definitivamente dalla censura nel 1937. In quello stesso anno la rivista «Iskusstvo kino» condannava formalmente il principio di «sceneggiatura emozionale» auspicata da Aleksandr Ržeševskij e condivisa da Minc.

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