TOUKI BOUKI
Sog., Scen.: Djibril Diop Mambéty; F.: Pap Samba Sow, Goerges Bracher; Mo.: Siro Asteni; Mu.: Joséphine Baker, Mado Robin, Aminata Fall; Su.: El Hadji Mbow; Int.: Magaye Niang (Mory), Mareme Niang (Anta), Aminata Fall (Tante Oumy), Ousseynou Diop (Charlie). Prod.: Cinegri; Pri. Pro.: Mosca Film Festival, Luglio 1973 35mm. D.: 88’. Col.
Scheda Film
Benché non segua la chiara progressione lineare della narrazione africana, Touki Bouki comprende elementi tematici comuni ai racconti africani. Mory è l’imbroglione che spesso ricorre nella tradizione orale, ma impersona anche i numerosi protagonisti che lasciano il proprio villaggio per avventurarsi in una terra sconosciuta. Come un eroe popolare, Mory deve superare molti ostacoli per avere la meglio sulle avversità. Così facendo, compie un rito di passaggio dalla tradizione alla modernità e dall’adolescenza all’età adulta. La sua odissea è un rito di iniziazione che produce una nuova conoscenza… Qui Touki Bouki si trasforma sia in un racconto morale che in quello di un dilemma. La morale della vicenda di Mory suggerisce che l’esilio è soltanto un’altra forma di alienazione. Il destino di Mory è lasciato all’immaginazione dello spettatore e il film di Mambety richiama alla memoria i racconti africani a finale aperto. Come nella tradizione orale africana, e nonostante l’opposizione del regista a un cinema con un messaggio esplicito, Touki Bouki svolge una funzione didattica: la ricerca di un sogno da parte di Mory è davvero un viaggio alla ricerca di se stesso.
Françoise Pfaff
La storia di Touki Bouki risale a secoli fa: da sempre gli uomini sono partiti alla ricerca di nuove terre in cui credevano che il tempo non finisse mai… Soltanto pochi avventurieri ce l’hanno fatta, ma questo non ha mai fermato nessuno…
Djibril ha lasciato il proprio Paese sognando di trovare il successo e una vita migliore in Europa. Ben presto ha però scoperto la crudeltà della vita. Mentre i suoi sogni scomparivano a poco a poco, Djibril ha scoperto anche di non poter lasciare l’“Europa”, il Paese che lo ospitava. A quel punto il ritorno in Africa è diventato il suo vero sogno. Finire i suoi giorni in Africa era un sogno che non avrebbe mai realizzato.
Touki Bouki è un film profetico. Il suo ritratto della società senegalese del 1973 non è troppo diverso dalla realtà attuale. Centinaia di giovani africani muoiono ogni giorno nello Stretto di Gibilterra cercando di raggiungere l’Europa (Melilla e Ceuta). Chi non ne ha mai sentito parlare?
Tutte le loro difficoltà trovano espressione nel film di Djibril. I giovani nomadi pensano di poter attraversare l’oceano deserto per trovare la fortuna e la felicità, ma rimangono delusi dalla crudeltà umana che incontrano. Touki Bouki è un film bellissimo, sconvolgente e inatteso che ci fa dubitare di noi stessi.
È un vero piacere e una grande conquista che la Fondazione di Martin Scorsese abbia regalato una seconda vita al film di Djibril Diop Mambéty. A tutti coloro che sostengono il cinema: bravi!
Souleymane Cissé
Restauro Digitale 2k A Partire Dal Negativo Camera Originale 35mm Fornito Dal Figlio Del Regista Teemour Diop Mambéty E Conservato Presso Il Gtc A Parigi. Il Restauro Digitale Ha Ricostruito I Colori Originali E Prodotto Un Nuovo Internegativo 35mm. Eseguito Nel 2008 Per La World Cinema Foundation Dalla Cineteca Di Bologna Presso Il Laboratorio L’immagine Ritrovata