TOTÒ E CAROLINA

Mario Monicelli

S.: Ennio Flaiano. Sc.: Age, Furio Scarpelli, Rodolfo Sonego, Mario Monicelli. In.: Totò, Anna Maria Ferrero, Gianni Cavalieri, Maurizio Arena, Arnoldo Foà, Fanny Landini, Mario Castellani, Enzo Garinei, Claudio Agostinelli, Nino Milano, Tina Pica. F.: Domenico Scala. P.: Antonio Altoviti per la Rosa Film. 35mm. Lunghezza della versione ricostruita. 2386m. D.: 110’ a 24 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Delle grane di censura di Totò e Carolina a me non fu detto niente. Devo averne letto sul giornale. Devo dire francamente che, vedendo la pellicola quella mattina d’estate, avevo avuto l’impressione che Monicelli avesse calcato la mano e ci fosse andato giù un po’ troppo pesante, con questo prete di campagna un po’ morboso e quasi omosessuale. Per quanto l’interprete del prete fosse un attore veneto, Gianni Cavalieri -che sarebbe morto pochi anni dopo- io non lo conoscevo ancora. Il prete che avevamo immaginato noi era semplicemente un po’ vigliacchetto, uno che cercava di cavarsela senza impegnarsi troppo. C’era una scena totalmente scritta da me e ambientata nella misera casa di Caccavallo, una scena di cui non c’è più traccia nel film, né dentro ai materiali che avete sin qui rinvenuto. Una preghiera di Totò che, un po’ incazzato col Padreterno, gli si rivolgeva pressappoco così: “Oh, mio Signore, guarda che un vero signore non si comporta con le donne in questo modo…” Un’altra parte del copione che è andata perduta era quella inventata da Flaiano e sviluppata da me: Caccavallo che da secondino sboccia all’arte, grazie all’incontro in carcere con lo scultore. Nel film è finito anche molto dialetto veneto e sicuramente ce l’ho messo io. Ero stato il primo dei veneti a calare a Roma: gli altri, Parise e Brass, non erano ancora arrivati. Mi piaceva molto giocare con il veneto dei miei vecchi racconti partigiani. Dalle carte della censura si capisce bene che ciò che si ritiene venga minacciato dal film è la dignità della polizia. Scelba aveva elevato il livello di scontro frontale con la sinistra: per questo camionette e gipponi erano intoccabili.

Rodolfo Sonego intervistato da Tatti Sanguineti, 25.04.2000

Copia proveniente da

Il film ha avuto una complicata vicenda censoria subendo tagli alle immagini e cambiamenti dei dialoghi e della colonna sonora. La storia di queste modifiche è registrata in dossier dedicati al film che si trovano presso l’ufficio responsabile della revisione a Roma. Grazie al ritrovamento di un negativo originale “precedente la censura”, la versione mostrata oggi include molte delle scene che erano state eliminate nel montaggio finale del film. Sfortunatamente il negativo ritrovato era privo di colonna sonora, perciò i dialoghi delle scene censurate saranno accompagnate da sottotitoli.