TOPAZE

Marcel Pagnol

T. It.: Topaze; Sog., Scen.: Marcel Pagnol, Dalla Sua Pièce Omonima; F.: Philippe Agostini, In Coll. Con Jean-Marie Maillols; Mo.: Monique Lacombe; Mu.: Raymond Legrand; Su.: Marcel Royné; Scgf.: Hugues Laurent; Co.: Schiaparelli; Int.: Fernandel (Albert Topaze), Jacqueline Pagnol (Ernestine Muche), Hélène Perdrière (Suzy Courtois), Pierre Larquey (Tamise), Jacques Morel (Régis Castel-Vernac), Milly Mathis (Contessa Pitart-Bergniolles), Jacques Castelot (Roger De Bersac), Robert Moor (L’amabile Vegliardo), Yvette Etiévant (Una Segretaria), Rivers Cadet (Agente Dipolizia); Prod.: Marcel Pagnol Per Les Fllms Marcel Pagnol; Pri. Pro.: Montecarlo, Gennaio 1951 35mm. L.: 3703 M. D.: 135′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Isnoddisfatto della prima versione cinematografica di Topaze (diretta da Louis Gasnier nel 1932 e interpretata da Louis Jouvet), Marcel Pagnol ne diresse egli stesso una seconda nel 1936, scegliendo il medesimo attore, Arnaudy, che aveva impersonato il personaggio sulle scene di Marsiglia. Ne fu talmente scontento che ritirò le copie dalla circolazione e nel 1950 decise di produrne e dirigerne una terza, affidando il ruolo a Fernandel, con cui aveva già lavorato in Angèle (1934), Regain (1937), Le Schpountz (1938), La fille du puisatier (1940) e Naì’s (1945). Marcel Vallée e Pierre Larquey assunsero, rispettivamente, i ruoli del viscido e ipocrita direttore Muche e dell’onesto Tamise che avevano già incarnato nella versione del 1932.
La pièce era stata creata nel 1928 per uno spettacolo delle Variétés e per l’interpretazione di André Lefaur. Racconta l’iniziazione alla vita di un “candido”, un professore idealista che crede fermamente nella sua missione di insegnante e rifugge da ogni interesse venale. Cacciato dal suo direttore per una serie di circostanze, si ritrova coinvolto in un ingranaggio di corruzione da cui uscirà profondamente cambiato. Tanto da essere diventato ancora più cinico e spregiudicato della borghesia corrotta che detestava.
Il racconto di questa metamorfosi è diviso in tre parti: la prima mostra il maldestro, goffo, barbuto Topaze nel piccolo acquario della scuola dove lavora e da cui deriva ogni sua passione (è anche invaghito della figlia del direttore, l’ambigua, capricciosa Ernestine). La seconda si svolge nei salotti dell’alta società dove il consigliere comunale Castel-Vernac pensa di sfruttarlo come prestanome per condurre in sua vece affari poco puliti. Ma l’allievo supera il maestro e Topaze approfitta del suo ruolo di “uomo di paglia” per arricchire. La regia è centrata sui movimenti dei volti e dei corpi degli attori, sulle doppie maschere e le parole adottate da Castel-Vernac e Suzy Courtois (prima di loro Muche) per abbindolare Topaze e convincerlo ad eseguire i loro voleri. Il confronto fra le maschere degli altri e il volto ingenuo e sinceramente scandalizzato di Topaze/Fernandel (senza maschera e quindi indifeso), lascia emergere quella realtà che il buon maestro non riesce a vedere: la freddezza, il cinismo, il sarcasmo degli altri. Non c’è evoluzione in Topaze (uno strepitoso Fernandel) e la sua metamorfosi è brutalmente repentina: all’improvviso lo spettatore scopre che l’ex maestro ha assimilato la lezione fino a diventare un altro. Perdendo la barba ha anche perduto tutte le sue ingenuità e quindi tutte le sue illusioni. Il film di Pagnol è uno spietato studio di caratteri che ha la grazia di una commedia “morale” con una perfetta, implacabile scansione dei tempi e dei dialoghi. L’iniziazione alla “scuola” dell’alta borghesia avviene nel vivo della prassi di misfatti e imbrogli quotidiani e si chiude negando qualsiasi possibile rassicurazione allo spettatore.

Roberto Chiesi

Restauro realizzato da

Vision Globale

Restaurato Da Vision Globale