TOMBOLO, PARADISO NERO

Giorgio Ferroni

Sog.: Piero Tellini, Glauco Pellegrini. Scen.: Giorgio Ferroni, Victor Merenda, Indro Montanelli, Glauco Pellegrini, Rodolfo Sonego. F.: Piero Portalupi. M.: Maria Mengoli. Scgf.: Arrigo Equini. Mus.: Amedeo Escobar. Int.: Aldo Fabrizi (Andrea Rascelli), Nada Fiorelli (Elvira), Dante Maggio (Agostino), Luigi Pavese (maresciallo Pugliesi), Elio Steiner (Alfredo), John Kitzmiller (sergente Jack), Franca Marzi (Lidia), Umberto Spadaro (Banco), Luigi Tosi (Renzo), Adriana Benetti (Anna Rascelli). Prod.: INCINE – Industria Cinematografica Italiana. DCP. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo Roma città aperta Fabrizi interpreta per qualche anno ruoli drammatici o sospesi tra umorismo e patetico, e i film che gli si addicono di più sono quelli in cui il realismo sconfina nel genere, come in questo girato nella pineta del Tombolo a Livorno, base e deposito dell’esercito americano nel dopoguerra, inferno di vizi nella stampa dell’epoca, e dove venne poi realizzato anche Senza pietà di Alberto Lattuada (il quale, a quanto pare, inviò lo sceneggiatore Federico Fellini sul set di questo film a fare i sopralluoghi per il suo). Fabrizi è un padre addolorato che va alla ricerca della figlia, finita in loschi giri di malviventi. Il regista Ferroni si era formato come documentarista all’Istituto Luce, con qualche commistione sperimentale e avanguardistica (se ne sente l’eco, qui, nelle prime scene). Era finito a collaborare con la Repubblica Sociale di Salò oltre la Linea Gotica, tra i cineasti coinvolti in un’illusoria Cinecittà a Venezia, ma poi aveva girato un film sulla resistenza prodotto dall’Associazione Nazionale Partigiani, Pian delle stelle. Negli anni Cinquanta e Sessanta poi girerà notevoli peplum (Le baccanti, La guerra di Troia), spaghetti western e un horror visionario, Il mulino delle donne di pietra. Qui l’atmosfera tende continuamente al melodramma e al noir, con ritmo serrato, sapiente uso dei caratteristi e un accenno di fobia verso la commistione razziale (il soldato di colore è interpretato da John Kitzmiller, già visto in Vivere in pace di Zampa).

Emiliano Morreale

Copia proveniente da