Third Person

Paul Haggis

Sog., Scen.: Paul Haggis. F.: Gian Filippo Corticelli. M.: Jo Francis. Scgf.: Laurence Bennett. Mus.: Dario Marianelli. Int.: Liam Neeson (Michael), Olivia Wilde (Anna), Adrien Brody (Scott), Mila Kunis (Julia), Maria Bello (Theresa), Kim Basinger (Elaine), James Franco (Rick), Moran Atias (Monika), Riccardo Scamarcio (Marco), Vinicio Marchioni (Carlo). Prod.: Paul Haggis, Paul Breuls, Michael Nozik per Corsan, Hwy61. Blu-ray

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Paul Haggis analizza i propri metodi narrativi in questo ambizioso puzzle-movie in cui le coppie protagoniste di tre storie interconnesse rivelano le diverse facce di una singola psiche, quella dell’autore. Con segmenti ambientati a Parigi, Roma e New York, questo elegante intreccio di storie d’amore contemporanee è un corso accelerato sulla complessità dei rapporti moderni, e si concentra principalmente sui temi della colpa e della fiducia in relazione all’amore. Anche se praticamente ogni momento saliente di questa altalena emotiva dà l’impressione di essere stato preordinato dal suo artefice, il regista lascia aperti all’interpretazione del pubblico alcuni misteri, rendendo l’opera più aperta e matura sotto ogni aspetto. […]
Nei panni del personaggio più simile ad Haggis, Liam Neeson interpreta un premio Pulitzer che tenta di scrivere un romanzo sincero e consapevole sull’Amore (con la ‘A’ maiuscola). Il Michael di Neeson è rintanato in un hotel di Parigi – la moglie assai comprensiva (Kim Basinger) è rimasta negli Stati Uniti – quando arriva la sua giovane amante (Olivia Wilde). Meno diciamo della nuova relazione meglio è, poiché le sorprese cominciano nell’esatto momento in cui lei bussa alla porta. […] Per comprendere l’Amore da diverse prospettive, Haggis aggiunge altre due storie compiutamente strutturate che si svolgono in altrettanti angoli del mondo. […] Ciascuna delle coppie del film a un certo punto subisce l’influenza di un estraneo, una ‘terza persona’, mentre sul piano fondamentale del testo Michael non scrive mai in prima persona, affidando i momenti di introspezione a espressioni come “pensò questo”. […]
Onestà, sincerità e fiducia fungono da temi ricorrenti del film, così come la convinzione dichiarata che “le donne abbiano l’incredibile dono di saper negare qualsiasi realtà” – e tuttavia, che si tratti di un surrogato della vita o di uno strumento per capirla, il film nasce da un’immaginazione maschile, un sesso altrettanto incline a razionalizzare la propria condotta. Tale consapevolezza non sfugge ad Haggis, che in questa sua versione del film-meta alla Charlie Kaufman rinuncia al distacco sardonico in favore di una mossa molto più rischiosa: l’emozione sincera.

Peter Debruge, “Variety”, 10 settembre 2013

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