The Tragedy Of The Lusitania: Germany’s Foulest Crime
Prod.: Pathé’s Animated Gazette 35mm. L.: 81 M. D.: 4’30” A 16 F/S.
Scheda Film
Chaplinite, volgarità e ridefinizione del vagabondo: Chaplin alla Keystone e alla Essanay (1914-1915)
La popolarità dei film di Charles Chaplin crebbe enormemente nel 1915, appena il cineasta lasciò la sua prima compagnia, la Keystone, per la Essanay. La sua fama si diffuse a tal punto che Charles McGuirk dichiarò che la nazione soffriva di una forma di “Chaplinite”. Sebbene non sia semplice stabilirne il motivo, è certo che il personaggio e il costume del vagabondo facilmente identificabili, la sua natura determinata, lo stile così ricco delle interpretazioni di Chaplin, e l’inventiva comica e fantasiosa del Chaplin cineasta hanno contribuito ad accrescere la sua popolarità. Mentre il vagabondo diventava il personaggio più acclamato del cinema, alcuni moralisti cominciarono ad accusarlo di essere volgare e rozzo. È dimostrato che Chaplin rispose a queste critiche cercando di “raffinare” la figura del vagabondo in alcuni dei suoi ultimi film Essanay e in alcune commedie Mutual. Questa sessione si concentrerà sull’ascesa di Chaplin nel firmamento del cinema nei periodi Essanay e Mutual e sarà accompagnata da alcuni film rappresentativi dell’epoca.
Charles Maland, University of Tennessee
Programmare Chaplin nel 1915
Nel 1915 la ‘Chaplinite’ arrivò in Inghilterra. In tutto il paese spuntavano nuove sale cinematografiche, ma che cosa proiettavano e perché Chaplin divenne così popolare proprio allora? Come venivano visti questi film? Sappiamo che i cinema più modesti proiettavano pacchetti di film Keystone, ma i cinema più ricchi potevano permettersi grazie a contatti esclusivi le nuove commedie Essanay di Chaplin. Queste venivano proiettate in programmi combinati con attualità, lungometraggi o drammi e spesso con spettacoli dal vivo. Nel 1915 gli inglesi erano ancora ottimisti sulla guerra, ma i soldati cominciavano a morire e la gente aveva bisogno di eroi. Non sarebbe stato possibile proiettare l’intero programma dell’autunno del 1915 in una sola serata ma alcuni film sollevano l’interessante questione sul tipo di eroi che il pubblico voleva: non un superuomo ma un piccolo ometto, un eroe qualsiasi che non si dava per vinto e che mestamente non mollava mai la presa.
Bryony Dixon, BFI National Archive