THE STRANGE WOMAN
R.: Edgar G. Ulmer. Sc.: Herb Meadow, dal romanzo di Ben Ames Williams. Scgf.: Nicolai Remisoff. F.: Lucien Andriot. C.: Carmen Dragon. In.: Hedy Lamarr (Jenny Hager), George Sanders (John Evered), Louis Hayward (Ephraim Poster), Dennis Hoey (Tim Hager), Gene Lockhart (Isaiah Poster), Olive Blakeney (la signora Hollis), Moroni Olsen (il reverendo Thatcher), Jessie Arnold, Rhys Williams (Adams), June Storey (Lena Tempest), Alan Napier (il giudice Saladine), Hillary Brooke (Meg Saladine). P.: United Artists.
35mm. L.: 2711 m. D.: 100’ a 24 f/s.
Scheda Film
“Senza dubbio ogni attrice desidera ardentemente un tour de force e Hedy Lamarr, che interpreta la parte della protagonista in The Strange Woman, può ritenere questo desiderio del tutto realizzato. Il dramma a fosche tinte della soave peccatrice di Bangor (Maine), ambientato nel secolo scorso, offre a Miss Lamarr il ruolo più sostanzioso degli ultimi anni, con una generosa quantità di dialoghi di prim’ordine e l’opportunità di sfoggiare un guardaroba che le signore non mancheranno di ammirare. Come studio di un singolo personaggio femminile messo in risalto da un ristretto circolo di maschi caduti in rovina, questo adattamento del romanzo di Ben Ames Williams, grande successo di qualche anno fa, trova il modo di trasmettere la propria forza. Sintomatica analisi di una rapace femme fatale, il film manca tuttavia di motivazioni rispetto ad alcuni dei suoi personaggi secondari, mentre ritmo e suspense non riescono a farne un dramma toccante.
Nel ruolo dell’avida e astuta lasciva, Hedy Lamarr è perfetta, perfino in crinolina. È una donna desiderabile, appassionata e accortamente perversa, che riesce a sedurre gli uomini facilmente e in modo assai credibile. Ma la sua scoperta, alquanto repentina, della propria meschinità, attraverso l’ammonimento del predicatore evangelico – ‘le labbra della sconosciuta stillano miele, ma la sua fine sarà amara come l’assenzio’ – risulta un poco troppo facile e improvvisa. Gene Lockhart è giustamente bigotto, diffidente e tirchio nella parte del primo marito. Il personaggio interpretato da Louis Hayward, nella breve parte del figlio sfortunato, è ritratto in modo credibile anche se incompleto, mentre George Sanders, per una volta nel ruolo positivo del secondo marito, interpreta il più eccezionale dei suoi personaggi. Come l’opera di Williams, The Strange Woman è il risultato di una mano esperta, ma per qualche ragione le emozioni della protagonista raramente riescono a superare lo schermo. (A.W., New York Times, 24 febbraio 1947)