THE SCARLET LETTER

Victor Sjöström

(t. it.: La lettera rossa, USA, 1926). R.: Victor Sjöström. Sc.: Frances Marion. F.: Hendrik Sartov. C.: Max Rée. In.: Lillian Gish (Hester Prynne), Lars Hanson (Il Reverendo Arthur Dimmesdale), Henry B. Walthall (Roger Prynne), Karl Dane (Giles), William H. Tooker (il governatore), Marcelle Corday (la Signora Hibbins), Fred Herzog  (il carceriere), Jules Cowles (il sagrestano), Mary Hawes (Patience), Joyce Coad (Pearl), James A. Marcus (un capitano di marina). P.: Metro-Goldwyn-Mayer Pictures. 35mm. L.: 2351m. D.: 113’ a 18 f/s.

 

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

C’era grande attesa, il 9 agosto 1926, al Central Theatre di New York per la prima della Lettera scarlatta, la stessa attesa riservata a tutti i film di Lillian Gish.

Sebbene La lettera scarlatta fosse un successo popolare, c’era una fetta consistente di pubblico americano che continuava a considerare Lillian troppo “vecchio stile” per l’età del jazz, e ciò determinò il silenzio totale sul film prima del clamoroso applauso di sostegno che arrivò dal pubblico inglese parecchio tempo dopo la prima.

Fra i più vivaci detrattori di Lillian negli Stati Uniti vi fu, sorprendentemente l’editore di Photoplay, James R. Quirk. La sua influente pubblicazione (che circolava in milioni di copie) aveva costruito la reputazione della Gish una decina di anni prima, al tempo dei suoi lavori con Griffith. Ora, le sue attuali performance erano giudicate di maniera e lei una che possedeva solamente una tecnica, non un’artista.

Nel numero di marzo del 1926 di Photoplay, Quirk la scaricò come “The enigma of the Screen”: “Esaminando le sue interpretazioni, troverete che ottiene un grande effetto attraverso un unico piano emotivo, chiamato isteria”. Il numero di ottobre di Photoplay continuava questa critica caustica, mentre La lettera scarlatta veniva ancora mostrato nelle principali sale del paese: “Lillian Gish indossa la rossa lettera del peccato  con il suo guardaroba di dolcezza virginale”.

Cos’era successo a Lillian Gish? Aileen Pringle offre la seguente risposta: “ Nessuno ebbe il coraggio di dirlo, ma Quirk e Photoplay erano nelle mani della Metro-Goldwyn-Mayer. Qualunque cosa Mr. Mayer volesse, la otteneva. Quirk sapeva che era meglio ascoltarlo o avrebbe perso la possibilità di essere la prima pubblicazione a conoscere le ultime novità della Metro. Mayer non ebbe i ricavi che pensava Lillian Gish fosse capace di ottenere. Ma siccome non voleva sembrare un uomo diabolico, lasciò che fosse Photoplay a fare il lavoro. Quindi poté chiamare Lillian e mostrarle cosa veniva scritto di lei. I film si sono sempre fatti per i soldi. L’investimento deve sempre essere minore dei guadagni. Lei, semplicemente, non giustificava più l’investimento. Non portava a casa abbastanza grana”. (in S. Oderman, Lillian Gish. A Life on Stage and Screen, Jefferson and London, Mc Farland, 2000)

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