THE RIVER
T. it.: Il fiume; Sog.: dal romanzo omonimo di Rumer Godden; Scen.: Jean Renoir, Rumer Godden; F.: Claude Renoir; Op.: Ramanda Sen Gupta; M.: George Gale; Scgf.: Eugène Lourié, Bansi Chandragupta; Mu.: musiche tradizionali indù, M.A. Partha Sarathy, Schumann, Mozart; Su.: Charles Poulton, Charles Knott; Ass. R.: Forrest Judd, Hari S. Das Gupta, Sukhamoy Sen, Bansi Ashe; Int.: Nora Swinburne (la madre); Esmond Knight (il padre); Patricia Walters (Harriet); Radha Sri Ram (Melanie); Adrienne Corri (Valerie); Thomas E. Breen (il capitano John); Richard R. Foster (Bogey); Arthur Shields (Mr. John); Suprova Mukerjee (Nan); Penelope Wilkinson (Elizabeth); Jane Harris (Muffie); Cecilia Wood (Victoria) Jennifer Harris (Mouse); Nimai Barik (Kanu); Trilak Jetley (Anil); Voce narrante: June Hillman; Prod.: Kenneth McEldowney, Oriental International Films, Theatre Guild, Cie Renoir – Jean Renoir 35mm. L.: 2710 m. D.: 99’. Col.
Scheda Film
4 dicembre 1971
Ho rivisto di recente The River. La proiezione ha confermato un’idea che già avevo in mente durante le riprese: pensavo che gli Indù, e soprattutto gli sfortunati che muoiono di fame in mezzo alla strada, stavano conquistando il mondo. I personaggi di The River credono nel lavoro. Credono alle virtù che hanno determinato il successo dell’era vittoriana. Il soggetto di Rumer Godden non riguardava la condizione degli indù: quella che noi due abbiamo raccontato nella sceneggiatura di The River è la storia di una famiglia inglese, simbolo di una situazione che, se esisteranno ancora degli storici nei secoli futuri, sarà catalogata come fine di un periodo. Forse il pubblico intuirà che i pescatori sui battelli nel fiume, i coolie che animano le fabbriche con le loro corse incessanti, la folla che popola i mercati e gli uomini di tutte le classi sociali che sonnecchiano sui gradini del tempio, sono senza saperlo gli autori del crollo del mondo costruito dalla tecnologia occidentale.
Jean Renoir, Écran, janvier 1972