The President Vanishes
Sog.: da un romanzo di Rex Stout; Scen.: Ben Hecht, Charles MacArthur, Lynn Starling, Carey Wilson, Cedric Worth, Lynn Starling; F.: Barney McGill; Mo.: Hanson T. Fritch; Mu.: Edward B. Powell, Hugo Riesenfeld, Clifford Vaughan; Int.: Edward Arnold (Wardell) Arthur Byron (Presidente Stanley Craig), Paul Kelly (Chick Moffat), Peggy Conklin (Alma Cronin), Andy Devine (Val Orcott), Janet Beecher (Sig.ra Craig), Osgood Perkins (Harris Brownell), Sidney Blackmer (D.L. Voorman), Edwar Ellis (Lincoln Lee), Irene Franklin (Sig.ra Orcott), Charley Grapewin (Richard Norton), Rosalind Russell (Sally Voorman), Robert McWade (Vice Presidente Molleson), DeWitt Jennings (Cullen), Walter Kingsford (Drew); Prod.: Paramount Pictures, Walter Wanger Productions; Pri. pro.: 17 novembre 1934
35mm. D.: 80′. Bn.
Scheda Film
In The President Vanishes, come ha osservato il critico Charles Wolfe, gli sguardi in campo del magnate dei media e dei suoi annunciatori quando proclamano “Salvate l’onore del nostro Paese” evocano la narrazione fattuale e autorevole dei documentari dell’epoca. Nella scena finale del film, quando il presidente trionfa sui suoi oppositori, il suo sguardo è rivolto alla macchina da presa mentre spiega: “Non vi chiedo una risposta perché la conosco. Io credo nel popolo americano”. Questo modo così sorprendente di rivolgersi al pubblico si addiceva a un film dai contenuti provocatori. Ma naturalmente fu soprattutto la tematica di The President Vanishes a diventare oggetto di discussione, perché, in parte grazie allo sceneggiatore scelto da Wanger, Carey Wilson, il film era praticamente un remake di Gabriel Over the White House. Come il film di La Cava, anche questo osava mostrare quanto il presidente e il Congresso convivessero con politici corrotti, i cui voti favorevoli alla guerra erano stati comprati dall’industria bellica. La minaccia dei Bonus Marchers in Gabriel Over the White House si trasforma in The President Vanishes nelle Gray Shirts che fomentano la violenza nelle strade. La differenza principale tra The President Vanishes e Gabriel Over the White House riguarda la figura del presidente. Diversamente da Hammond, che scioglieva esplicitamente il Congresso e si trasformava in un dittatore, questo presidente ricorre a un sotterfugio per distogliere l’attenzione del paese dal grido di guerra europeo. Diversamente da Hammond, che agisce da solo traendo ispirazione da forze invisibili, il presidente Stanley, interpretato dal paternalistico Byron, escogita il suo piano durante una partita di poker con la moglie (che gli suggerisce di giocare “un’altra mano”).[…]Come osservò William Troy su “The Nation”, il film adotta due pesi e due misure: i fautori della linea dura, i manipolatori delle masse, rappresentano una minaccia mentre il presidente pacifista è un eroe, anche se non risponde mai ai problemi della disoccupazione e del deficit che i guerrafondai tentano di risolvere.[…]C’erano anche altre implicazioni, più dirette. La seconda scena alludeva, molto meno velatamente di qualsiasi film realizzato fino ad allora, al fatto che l’economia capitalistica americana dipendeva dalla guerra.
(Matthew Bernstein, Walter Wanger, Hollywood Independent, University of Minnesota Press, 2000)