THE PLAYERS VS. ÁNGELES CAÍDOS

Alberto Fischerman

Scen.: Alberto Fischerman. F.: Juan Carlos Desanzo. M.: Oscar Souto. Mus.: Roberto Lar. Int.: Luis Barrón, Leonor Galindo, Gioia Fiorentino, Néstor Davio, Clao Villanueva, Jorge Cedrón, Edgardo Lusi, Roberto Mosca, Cristina Plate, Marta Campana. Prod.: Top Level. 35mm. D.: 84’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Anche nell’effervescente contesto creativo della Buenos Aires della metà degli anni Sessanta, il primo film di Fischerman rappresentò una nota discordante: improvvisazioni, frammenti di commedia musicale povera, echi letterari… Rifiutando la ‘buona rifinitura’ del cinema che aspirava alla ‘qualità’, così come gli alibi del cinema militante, il film appariva vicino alle rotture del coevo cinema europeo, a mezza strada tra Skolimowski e Carmelo Bene, che sicuramente il regista non conosceva.
“Il film più libero, innovativo e insolente mai prodotto dal cinema argentino” (Alberto Tabbia) ha come punto di partenza La tempesta, ma qui l’isola di Prospero sono i vecchi studi cinematografici dismessi di Lumiton, una delle compagnie faro degli anni Trenta e Quaranta. Invasi dai ‘buoni’ che si divertono come ragazzi sul set mentre i ‘cattivi’, rifugiati nelle soffitte, attendono il momento propizio per riconquistare il territorio, lo scontro fra gli esseri della luce e quelli dell’ombra trascende presto il motivo scespiriano a favore di un gioco divertito che le lacerazioni e le violenze della storia argentina hanno caricato di una lettura più grave, quella della sempre rinnovata lotta fra il centro e le periferie per la conquista del potere. Secondo lo storico David Oubiña, The Players vs. ángeles caídos, opera isolata ai suoi tempi, diventa più tardi oggetto di culto, indicando il cammino ai film underground degli anni successivi. Più tardi, il cinema indipendente della fine degli anni Novanta, e in misura ancora maggiore quello del nuovo secolo, investendo con una ventata d’aria fresca e di libertà il cinema argentino, l’hanno riconosciuta come opera fondatrice.

Da: Fernando Martín Peña per concessione di Ruth Fischerman