The Manxman

Alfred Hitchcock

T. it.: L’isola del peccato. Sog.: dal romanzo omonimo di Hall Caine. Scen.: Eliot Stannard. F.: John J.cCox. M.:Emile de Ruelle. Scgf.: W.C. Arnold. Int.: Carl Brisson (Pete Quilliam), Malcolm Keen (Philip Christian), Anny Ondra (Kate Cregeen), Randle Ayrton (Caesar Cregeen), Claire Greet (Mrs Cregeen), Kim Peacock (Ross Christian), Nellie Richards (carceriera), Wilfred Shine (dottore), Harry Terry (ospite al matrimonio). Prod.: John Maxwell per British Intemational Pictures. 35mm. L.: 2298. D.: 100’ a 20 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ambientato in un remoto villaggio dell’Isola di Man (ma girato in Cornovaglia), The Manxman è il penultimo film muto di Alfred Hitchcock e una delle opere più belle e mature della prima fase della sua carriera. È un adattamento del romanzo di Sir Hall Caine, pubblicato nel 1894, che vendette mezzo milione di copie. Hall Caine, già segretario di Dante Gabriel Rossetti, era un autore ben inserito nell’ambiente letterario ottocentesco.

Pete e Philip, amici d’infanzia, da grandi hanno preso strade diverse: il primo fa il pescatore, il secondo l’avvocato. Si innamorano però della stessa donna, la figlia di un rigido metodista che li fa entrare in conflitto non solo con il loro codice morale ma anche con quello dell’austera comunità in cui vivono. Il tragico triangolo amoroso non doveva essere congeniale al regista, che pure in The Ring aveva dimostrato di saper gestire bene questo genere di situazioni. Anche The Manxman abbonda di trovate audaci e innovative. La descrizione della selvaggia costa dell’Isola di Man è tra le più evocative della produzione cinematografica hitchcockiana. In essa si trova intrappolata la splendida Anny Ondra in un’interpretazione complessa e sensuale, un po’ creatura smarrita e un po’ fatale seduttrice, che poco dopo portò Hitchcock a scritturarla per il capolavoro di suspense Blackmail.
The Manxman fu accolto bene dalla critica (“The Bioscope” ne lodò “la grande efficacia e l’intreccio avvincente”), ma come la maggior parte dei film di quell’anno fu penalizzato dalla transizione al sonoro. In seguito, nelle interviste con Peter Bogdanovich e con François Truffaut, Hitchcock disse che The Manxman era un semplice “incarico” e “una storia all’antica […] piena di coincidenze”. Niente di più lontano dalla realtà. È chiaro che Hitchcock si diede da fare per investire il film di una profonda forza emotiva.
Il film si costruisce su temi visivi di grande forza, dalla ‘triskele’ (l’emblema a tre gambe dell’Isola di Man) alle macine, la cui lenta incessante rotazione simbolizza ‘i mulini di Dio’, possente metafora della spietata società puritana alla quale si oppongono i protagonisti. Chabrol e Rohmer osservarono entusiasti che l’intreccio non si basa sulla coincidenza, su improbabili figure di cattivi o sui capricci del fato ma sottolinea i dilemmi morali di ciascuno dei tre personaggi principali alle prese con lealtà conflittuali.

I restauratori si sono basati soprattutto su un negativo originale di The Manxman conservato al BFI National Archive. Le parti deteriorate sono state confrontate, inquadratura per inquadratura, con una copia prodotta negli anni Sessanta, e talvolta sostituite. Un’inquadratura più lunga, relativa alla scena in cui Kate e Phil si incontrano in una radura assolata, è stata ritrovata in una copia degli anni Venti. Un accurato lavoro di grading ha consentito di mantenere l’aspetto originale del film. Le didascalie sono state completamente rifatte ricostruendo perfettamente i caratteri originali.

Bryony Dixon

 

Copia proveniente da

Restaurato da BFI National Archive in associazione con Studiocanal. Restauro finanziato da Daniel & Joanna Friel e Ronald T. Shedlo con Deluxe 142