The Man I Love

William A. Wellman

Sog.: Herman J. Mankiewicz. Scen.: Percy Heath. F.: Henry W. Gerrard. M.: Alyson Shaffer. Int.: Richard Arlen (Dum-Dum Brooks), Mary Brian (Celia Fields), Baclanova (Sonia Barondoff), Harry Green (Curly Bloom), Jack Oakie (Lew Layton) Prod.: David O. Selznick per Paramount Famous Lasky Corp.  35mm. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il pugile Dum Dum Brooks (Richard Arlen, al quarto dei suoi cinque film con Wellman) durante il primo appuntamento convince la sua ragazza, Celia, a sposarlo e a seguirlo a New York, dove spera di sfondare nel mondo della boxe. Per risparmiare la fa viaggiare su un carro bestiame in compagnia di una mandria di cavalli. Quando gli sposini finalmente si abbracciano e sprofondano nel fieno mentre un disco gira sul grammofono, Wellman sposta l’attenzione su un cavallo che si limita a fissare la macchina da presa. La scena è occupata per un buon minuto dal ronzino bianco. Poi la musica si interrompe, il cavallo si distrae e Wellman torna sul grammofono e sulla puntina che per ovvi motivi gira ormai a vuoto. È una classica scena alla Wellman: più che alla trama il regista si interessa a quel che accade nelle vicinanze, anche se non si lascia mai sfuggire la situazione dei personaggi e le loro difficoltà, qui rappresentate dalle origini provinciali della coppia e dalla cronica goffaggine di Dum Dum. Gli attori di contorno arricchiscono con azzeccate note di colore la storia piuttosto convenzionale di un ragazzo di campagna alle prese con la grande città: Jack Oakie bighellona sullo sfondo, mentre gli spettatori sentono per la prima volta lo spiccato accento russo della Baclanova. The Man I Love è la seconda incursione di Wellman nel sonoro dopo Chinatown Nights (parte muto e parte sonoro): lungi dal lasciarsi limitare dalla necessità di registrare i dialoghi, il regista smonta il film con momenti come quello appena descritto e allontana la macchina da presa dagli attori oppure si concentra unicamente su di loro, come quando dopo il match Celia si siede accanto a Dum Dum nella sala vuota. I loro corpi brillano nel buio mentre, guardandosi negli occhi, i due parlano del futuro e Celia prende in mano il proprio destino (e quello del film) dicendo amorevolmente: “Non mi piacerà che tu sia un pugile, ma sei l’uomo che amo”. 

Gina Telaroli 

 

Copia proveniente da