The Idle Class
T. It.: Charlot E La Maschera Di Ferro; Sog., Scen. E Mo.: Charles Chaplin; F.: Roland Totheroh; Scgf.: Charles D. Hall; Int.: Charles Chaplin (Vagabondo/Marito), Edna Purviance (Moglie Trascurata), Mack Swain (Suo Padre), Henry Bergman (Vagabondo Dormiente), Allan Garcia (Il Suo Vicino Sulla Panchina/Invitato), John Rand (Giocatore Di Golf; Invitato), Rex Storey (Ladro/Invitato), Lillian Mcmurray, Lillita Mcmurray [Lita Grey] (Ragazze), Loyal Underwood (Invitato); Prod.: Charles Chaplin Per First National; Pri. Pro.: 25 Settembre 1921; 35mm. D.: 24’55” A 21 F/S.
Scheda Film
“Non riuscivo mai bene a capire che cosa pensava quella faccina con quei baffi neri, quegli occhi un po’ abbaglianti da gatto, proprio leonino, la sveltezza con cui scappava dalle grinfie della polizia, questo suo modo un pochino proprio da gatto. Più avanti (…) mi è sempre rimasta l’impressione che non fosse vero l’aspetto pietistico, non fosse vero il sentimento di commozione che ispirava, perché in effetti questo vagabondo era felice, era felice come un animale, del gatto mi sembrava che avesse anche proprio la salute, l’agilità, qualche cosa di graffiante e anche l’inavvicinabilità. Insomma, con un gatto si può fingere un rapporto di simpatia, un rapporto di protezione, si può anche illudersi che il gatto ci veda come padroni, in effetti il gatto è un animale che se ne sta arroccato in una sua dimensione gattesca, felina, ed è il più inavvicinabile tra gli animali. Ecco, Chaplin mi ha sempre affascinato anche da questo punto di vista: tutto quello che raccontava andava benissimo, mi commuoveva, mi faceva ridere; poi alla fine mi sembrava che si rinchiudesse in una sua dimensione, in una sua abitazione chiusa, inavvicinabile, anche da re (…). Mi sembra che il vagabondo, la vittima, l’umiliato, il tramp, sia l’altra faccia di un aristocratico monarca, di un solitario, di un profeta, di un sacerdote, di un poeta, cioè qualcuno che vive in maniera distaccata, in solitudine se non in isolamento, la sua vita”.
Federico Fellini, intervista televisiva a cura di Giuseppe Vannucchi (estratto), RAI, Roma, 25 dicembre 1977