THE GREEKS HAD A WORD FOR THEM
Sog.: dalla piece The Greeks Had a Word for It (1930) di Zoë Akins. Scen.: Sidney Howard. F.: George Barnes. M.: Stuart Heisler. Mus.: Alfred Newman. Int.: Joan Blondell (Schatze), Madge Evans (Polaire), Ina Claire (Jean), Lowell Sherman (Boris Feldman), Phillips Smalley (Justin Emery), Sidney Bracey (il cameriere). Prod.: Samuel Goldwyn per Samuel Goldwyn Productions. DCP. D.: 79’. Bn.
Scheda Film
Semplice nell’idea e duttile nell’esecuzione, il cosiddetto “three girls movie” è un vecchio e consolidato modello hollywoodiano. Le tre ragazze in questione sono sempre giovani e belle, sempre amiche ma con alleanze precarie che passano in secondo piano rispetto all’obiettivo principale: accalappiare un uomo. The Greeks Had a Word for Them, diretto da Lowell Sherman e prodotto da Samuel Goldwyn nel 1932, è un film divertente e straordinariamente cinico, con tre ex ballerine di fila che campano con ciò che riescono a spillare a qualsiasi riccone capiti loro a tiro. Goldwyn acquistò i diritti del successo teatrale di Zoë Akins The Greeks Had a Word for It, cambiando “it” in “them” nel timido tentativo di edulcorare la battuta. Offrì a Ina Claire la parte della sagace Schatze, ma a sua insaputa cercò – senza riuscirvi – di ottenere Jean Harlow. Alla fine scelse Joan Blondell per il ruolo di Schatze, Madge Evans per quello della seria e sincera Polaire e Ina Claire per quello di Jean, la più spregiudicata del trio. Claire andò su tutte le furie per il doppio gioco, ma forse sfruttò la lezione per rendere la sua interpretazione ancora più esilarante. Jean ruba gioielli e uomini, tracanna i suoi ‘drinkini’ a un ritmo che stordirebbe perfino Nick Charles, lascia cadere con nonchalance la sigaretta sul pavimento di un esclusivo locale clandestino e a un certo punto, per meglio esercitare le sue arti femminili, si sfila l’abito da sera restando nuda sotto la pelliccia. Quell’abito portava la firma di Coco Chanel, che dopo soli tre film come costumista per Goldwyn decise di abbandonare Hollywood, esasperata da quella che lei stessa definì “anarchia sartoriale”, e di fare ritorno a Parigi. Ciò nonostante, e grazie a Chanel che le cacciatrici di dote di Greeks appaiono straordinariamente eleganti, pur indossando i diamanti di giorno. Il regista Sherman si riserva la parte del viscido pianista da concerto Boris Feldman; per quanto ottimo nei ruoli da seduttore senza scrupoli, fu questa stereotipizzazione a spingerlo verso la regia. Qui alterna semplici scene dialogate a tocchi energici, come una carrellata lungo il bancone di un bar o la sinistra inquadratura di un ascensore che scende. Il suo talento era evidente. Diresse anche un adattamento della pièce Morning Glory (1933), sempre di Akins, e numerosi altri successi, prima della morte per polmonite nel 1934.
Farran Smith Nehme
Proiezioni
Restaurato in 4K nel 2023 da Library of Congress e The Film Foundation presso i laboratori L’Immagine Ritrovata, Audio Mechanics e Library of Congress National Audio-Visual Conservation Center, a partire da una copia nitrato 35mm e da una copia 16mm messa a disposizione da George Eastman Museum utilizzata come riferimento per ricostruire titoli e fotogrammi mancanti. Con il sostegno di Hobson/Lucas Family Foundation. Questo restauro fa riferimento alla versione cinematografica originale. Per anni, l’unica versione disponibile e stata una versione censurata del film reintitolata Three Broadway Girls