THE GIRL IN THE RED VELVET SWING

Richard Fleischer


 

T. it.: “L’altalena di velluto rosso”; Scen.: Walter Reisch, Charles Brachett; F.: Milton Krasner; M.: William Mace; Scgf.: Maurice Ransford, Lyle R. Wheeler; Cost.: Charles LeMaire; Mu.: Leigh Harline, orchestrata da: Edward B. Powell; Int.: Ray Milland (Stanford White), Joan Collins (Evelyn Nesbit Thaw), Farley Granger (Harry K. Thaw), Luther Adler (Delphin Delmas), Cornelia Otis Skinner (Mrs. Thaw), Glenda Farrell (Mrs. Nesbit), Frances Fuller (Mrs. White), Philip Reed (Robert Collier), Gale Robbins (Gwen Arden), James Lorimer (McCaleb), John Hoyt (William Travers Jerome), Harvey Stephens (Dr. Hollingshead), Emile Meyer (Greenbacher), Richard Travis (Charles Dana Gibson), Harry Seymour (Arthur), Ainslie Pryor (Sport Donnally), Kay Hammond (Nellie), Betty Caulfield (Alice), Karolee Kelly (Margaret), Jack Raine (Mr. Finley); Prod.: Charles Brachett per 20th Century Fox; 35mm. D.: 109’.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Se si esclude il suo primo film, Child of Divorce, che rappresenta una sorta di esergo superbo e misconosciuto a tutta la sua opera, questa è la prima volta che Fleischer esce completamente dal quadro di un genere hollywoodiano tradizionale. The Girl in the Red Velvet Swing è anche il primo di quegli studi criminali ispirati a un fatto di cronaca vera (come Compulsion, 1959; The Boston Strangler, 1968; 10 Rillington Place, 1978) che, nel corso degli anni, arriveranno a costituire un genere autonomo e specifico all’interno della sua opera. […] La scenografia, i costumi, lo stile della recitazione, la ricostruzione delle atmosfere sono frutto di lunghe ricerche preliminari e sono parte di uno sforzo investigativo che conferisce al dramma, nel momento in cui è rappresentato davanti a noi, la sua forza sintetica e la sua massima efficacia. Questi elementi sono esaltati dal CinemaScope, usato qui per la terza volta da Fleischer, che ne fu, con Preminger e Anthony Mann, uno dei pionieri più entusiasti. Al centro di questa storia, assai audace per l’epoca, c’è un magnifico ritratto di donna.

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma, Paris, Laffont, 1992

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