THE EXILE

Max Ophüls

Sc.: Max Ophüls, Douglas Fairbanks Jr, dal romanzo His Majesty, the King di Cosmo Hamilton. F.: Franz Planer. Mu.: Frank Skinner. M.: Ted J. Kent. Scgf.: Russel A. Gausman, Ted Offenbecker. Su.: Charles Felstead , William Hedycock. Ass.R.: Ben Chapman, George Lollier. In.: Douglas Fairbanks jr. (il re Charles II Stuart), Maria Montez (contessa de Courteuil), Paule Croset (Katie), Henry Daniell (colonnello Ingram), Nigel Bruce (sir Edward Hyde), Robert Coote (Pinner), Otto Waldis (Jan), Eldon Gorst (Seymour), Colin Keith-Johnson (capitano Bristol), Milton A. Owen (Wilcox), Ben H. Wright (Milbanke), Colin Kenny (Ross), Peter Shaw (Higson), Will Stanton (Tucket), William Trenk, Michèle Haley. P.: Fairbanks Company. 35mm. D.: 97’ a 24 f/s .

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nella copia del film proiettata, i due finali sono separati da un cartello che recita: “Il finale del film fu cambiato dopo che Max Ophuls terminò la lavorazione. Il seguente è quello originale voluto dal regista”. In altri termini, prima abbiamo il lieto fine voluto dalla produzione per il mercato statunitense, poi quello “triste”del regista per la distribuzione europea.

A prima vista, The Exile non è altro che un tradizionale film di cappa e spada, in cui Fairbanks rivela l’ambizione di ripercorrere allegramente le orme del padre. Questa impressione è rafforzata dal fatto che l’attore hollywoodiano, a cui venivano affidati ruoli a suo dire troppo “statici”, dichiarò testualmente di aver voluto rendere omaggio all’illustre interprete di The Iron Mask, The Thief of Bagdad ed altri classici del muto. (…) Dobbiamo vedere nel film, come fecero i critici e senza dubbio anche gli spettatori, solo una “amabile incursione nella storia dei sovrani, una produzione di serie B, il cui carattere artificiale è amplificato dalla realizzazione in studio di molte scene che avrebbeto potuto essere girate in esterni”? Significherebbe minimizzare il fascino straordinario emanato da questa piccola opera senza pretese, ma che trova pochi equivalenti all’interno del genere, anche negli USA (dove esso prolifera), se non nei film muti di Douglas Fairbanks Sr.diretti da orafi del calibro di Allan Dwan e Raoul Walsh. Per la freschezza e il dinamismo, per l’immaginazione purissima e felicissima che il produttore-divo, alla maniera del padre, ha saputo infondere a tutta l’opera, e che si ripercuote su una messa in scena prodigiosamente virtuosistica, The Exile meriterebbe una menzione più che onorevole.

Claude Beylie, Max Ophuls, Paris, Seghers, 1963

Copia proveniente da

Copia preservata nel 1999-2000 dai negativi orginali nitrato