The Epic Of Everest

John B.L. Noel

F.: John B.L. Noel. Prod.: John B.L. Noel per Explorers Films 35mm. L.: 1989 m. D.: 89′ a 20 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Non ci aspettiamo nessuna pietà dall’Everest” disse George Mallory all’inizio dell’ascesa finale dell’insidiosa montagna. E pietà non vi fu. La leggendaria spedizione britannica del 1924 al Monte Everest, che fu molto probabilmente il primo serio tentativo di raggiungere la vetta, ebbe come tragico epilogo la morte degli alpinisti George Mallory e Andrew Irvine. Il capitano John Noel, fotografo ufficiale della spedizione, pose l’ardua impresa al centro del magnifico The Epic of Everest, nel quale espresse anche la sua profonda fascinazione per l’allora sconosciuta terra tibetana. Il film segue il contingente di uomini, animali e attrezzature in viaggio attraverso l’altopiano e lungo il percorso registra le prime testimonianze del popolo tibetano e della sua cultura. Noel, intrepido esploratore, nel 1913 aveva tentato di arrivare all’Everest passando per il Tibet. Aveva fallito. Finanziò egli stesso il film sulla spedizione del 1924: si fece consigliare da Herbert Ponting, che aveva accompagnato Scott in Antartide, preparò una serie di attrezzature speciali (come un teleobiettivo a lungo raggio), e si costruì un laboratorio nel Darjeeling per sviluppare il materiale. In seguito girò il mondo tenendo cicli di conferenze in cui mostrava il film e le splendide diapositive a colori. Per il restauro del film ci si è basati proprio sulla copia usata nelle conferenze, conservata dalla figlia di Noel, Sandra, che l’ha donata al BFI. Le sue eccellenti condizioni hanno consentito di migliorare le sequenze danneggiate della copia originale su supporto nitrato conservata dall’archivio. Tuttavia la copia era incompleta e priva sia delle didascalie, sia dei viraggi e delle imbibizioni originali. Le copie sono state scansionate sotto liquido a una risoluzione di 4K per eliminare i graffi. È stata inoltre sviluppata una nuova tecnica per scansionare alcune scene usando i LED di un singolo colore per compensare il deterioramento del viraggio blu e i danni più gravi causati dalle muffe. Nel 1984 il capitano Noel scrisse a David Francis del BFI esprimendo l’auspicio che The Epic of Everest fosse restaurato: “Il film e i colori necessitano ancora di un consistente trattamento tecnico per diventare un film completo interamente a colori… in questo modo il film finito sarebbe degno di rappresentare una classica storia dell’esplorazione britannica e dunque meritevole di un posto negli archivi nazionali. […] Sarei grato se il mio film potesse avere un simile destino… per la mia vita sarebbe una sorta coronamento”.

Bryony Dixon

 

Copia proveniente da

Restaurato da BFI National Archive