THE DEVIL THUMBS A RIDE

Felix E. Feist

Sog.: dal romanzo omonimo (1938) di Robert C. DuSoe. Scen.: Felix Feist. F.: J. Roy Hunt. M.: Robert Swink. Scgf.: Albert D’Agostino, Charles F. Pyke. Mus.: Paul Sawtell. Int.: Lawrence Tierney (Steve Morgan), Ted North (Jimmy Ferguson), Nan Leslie (Beulah Zorn/Carol Hemming), Betty Lawford (Agnes), Andrew Tombes (Joe Brayden), Harry Shannon (Owens), Glenn Vernon (Jack Kenny), Marian Carr (Diane Ferguson). Prod.: Herman Schlom per RKO Radio Pictures, Inc.. DCP. D.: 62’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il primo film noir di Felix Feist è un B-movie spericolato e singolarmente sovversivo, un giro sulle montagne russe che sbanda dalla commedia sciocca alla spaventosa psicopatia. La scarna trama ruota attorno a un buon samaritano alticcio che offre un passaggio a un tizio in fuga da una rapina in cui ha ucciso il cassiere di un cinema. Quando a loro si uniscono due ragazze la situazione sfugge completamente al controllo. È solo questione di sapere chi ne uscirà vivo. Feist non vedeva l’ora di dirigere un film dopo anni passati in trincea a girare cortometraggi e travelogue per la MGM, e la RKO gli concesse ampia libertà per l’adattamento del romanzo di Robert DuSoe con al centro un autostop da incubo. Il film mise alla prova la tempra di Feist perché il vero incubo era l’interprete principale Lawrence Tierney, un satanasso rissoso e alcolizzato con una fedina penale più lunga della sua filmografia. Anziché lasciarsi intimidire, Feist lavorò proprio sulla personalità di Tierney e sulla sua combinazione esplosiva di sguaiato senso dell’umorismo, fascino sinistro, violenza ed estrema volubilità. La facilità con cui Feist sapeva accostare interludi comici e momenti di spaventosa crudeltà era allora del tutto inedita; questo intreccio di umorismo beffardo e sadismo gratuito sarebbe rimasto ineguagliato fino al 1952, quando Jim Thompson pubblicò L’assassino che è in me (Tierney e Feist avrebbero potuto collaborare in perfetta sintonia a una versione cinematografica del romanzo). Lo scrittore Barry Gifford ha osservato che “Tierney conferisce a questa trama fondamentalmente stupida una violenza così pura che Devil va collocato ai vertici del noir inconfondibilmente americano”. Problemi di copyright hanno impedito per anni la circolazione del film, ma grazie al recentissimo restauro della Library of Congress i nostri contemporanei (almeno al di fuori degli Stati Uniti) possono nuovamente ammirare questo straordinario e sconcertante esempio di cinematografia di serie B nella sua forma più rabbiosa e selvaggia.

Eddie Muller

Copia proveniente da

Restaurato nel 2019 da Library of Congress e The Film Noir Foundation in collaborazione con Warner Bros.