The Constant Nymph

Adrian Brunel

Sog.: dall’omonima opera teatrale di Margaret Kennedy e Basil Dean. Scen.: Margaret Kennedy, Basil Dean, Alma Reville, Angus McPhail. F.: David W. Gobbett. Scgf.: Bertram Evans, Georgie Harris. Int.: Ivor Novello (Lewis Dodd), Mabel Poulton (Tessa Sanger), Frances Doble (Florence), Dorothy Boyd (Pauline Sanger), Mary Clare (Linda Sanger), Heinrich George (Albert Sanger), Tony de Lungo (Roberto), Benita Hume (Antonia Sanger), Peter Evan Thomas (Ike), Yvonne Thomas (Kate Sanger), J.H. Roberts (Dr Churchill), Clifford Heatherley (Sir Berkeley), Elsa Lanchester (cantante), Robert Garrison (Trigorin), Erna Sturm (Susan). Prod.: Gainsborough Pictures. Pri. pro.: 20 febbraio 1928 Digibeta. D.: 110’. Bn. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

The Constant Nymph, uno dei migliori film muti britannici, narra la storia di Lewis Dodd (Ivor Novello), giovane compositore trasferitosi in Tirolo a vivere con l’anticon­formista famiglia del suo mentore musi­cale, che però muore obbligando le figlie a cavarsela da sole nel clima estraneo e soffocante della borghesia londinese. Al contrario della libertà offerta dagli spazi aperti delle montagne austriache, i cupi e stucchevoli salotti cittadini opprimono gli spiriti liberi di Tessa (Mabel Poulton), la figlia più giovane, e di Lewis, avventa­tamente sposatosi con la cugina di Tessa e ora vittima delle ambizioni sociali della moglie. Tessa e Lewis trovano consolazio­ne nella comune e appassionata aspirazio­ne alla libertà, che si esprime pienamente nell’esecuzione della sinfonia romantica di Lewis e nel loro tragico tentativo di sot­trarsi all’inevitabile. Questa progressiva sensazione di ‘accerchiamento’ dà l’im­pressione di un film diviso a metà, ma si tratta di un effetto intenzionale, descritto nei dettagli in una sceneggiatura conser­vata dal BFI. Da questa possiamo intuire qualcosa del contributo di Alma Reville, che consistette innanzitutto nell’adatta­mento del celebre romanzo e opera teatra­le di Margaret Kennedy e poi nell’organiz­zazione della continuity. La sceneggiatura ci dice che le ambizioni di Alma a propo­sito della sequenza sinfonica, durante la quale la musica avrebbe dovuto evocare sullo schermo le immagini dell’idillio al­pino, furono frenate dagli appunti a mar­gine del coautore Angus McPhail, proba­bilmente per tagliare i costi. Può apparire strano che il lavoro di Alma Reville fosse soggetto a controlli, ma va ricordato che perfino il regista Adrian Brunel lavorava sotto la supervisione dei cauti produttori. La sceneggiatura fu attribuita alla stessa Margaret Kennedy e a Basil Dean, che aveva collaborato all’adattamento teatrale del romanzo.

 

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