THE BRAVADOS

Henry King

Sog.: dal romanzo omonimo (1958) di Frank O’Rourke. Scen.: Philip Yordan. F.: Leon Shamroy. M.: William Mace. Scgf.: Lyle R. Wheeler, Mark-Lee Kirk. Mus.: Lionel Newman. Int.: Gregory Peck (Jim Douglas), Joan Collins (Josefa Velarde), Stephen Boyd (Bill Zachary), Albert Salmi (Ed Taylor), Henry Silva (Lujan), Kathleen Gallant (Emma Steinmetz), Lee Van Cleef (Alfonso Parral), Barry Coe (Tom), George Voskovec (Gus Steinmetz), Herbert Rudley (sceriffo Sanchez). Prod.: Herbert B. Swope Jr. per Twentieth Century-Fox Film Corp.. 35mm. D.: 98’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il revenge drama austero e moralmente ambiguo The Bravados imbocca lo stesso cammino accidentato di Rancho Notorious (1952) di Fritz Lang, di I due volti della vendetta (1961) di Marlon Brando e di molti dei grandi western degli anni Cinquanta di Anthony Mann e di Budd Boetticher. Tutti questi film seguono il destino di uomini segnati da ferite psicologiche infette e incrostate di stoica amarezza, i quali si illudono che la vendetta li guarirà. La causa può anche essere giusta – spesso, come in The Bravados, è il tentativo di vendicare lo stupro e l’omicidio di una donna – ma l’odio ossessivo li deforma, trasformando coraggio e integrità in nevrosi monomaniacale. In questi film la vendetta non guarisce nessuno; l’eroe può solo redimersi abbandonando l’impresa o distruggersi portandola a compimento. Qui King aggiunge un tocco in più allo schema, insinuando ben presto il dubbio che i quattro fuorilegge cui Jim Douglas (Gregory Peck) sta dando la caccia siano gli uomini sbagliati e che questo a lui nemmeno importi.
Per King è il quinto dei sei film con Peck, la cui consueta rettitudine morale si irrigidisce in moralismo rendendo tanto più sconvolgenti i suoi lampi di sadismo. Douglas uccide un uomo mentre striscia in ginocchio e ne fa fuori un altro appendendolo a un albero a testa in giù. I fuorilegge sono stati già condannati a morte all’inizio del film; dopo essere fuggiti uccidono senza esitazione, e uno di essi rapisce e aggredisce una giovane. Ha importanza che siano innocenti di un crimine quando ne hanno commessi molti altri?
Malgrado i paesaggi maestosi – le pianure battute dal sole e le rocce a strapiombo degli stati messicani di Michoacán e Jalisco – e la splendida fotografia a colori di Leon Shamroy, The Bravados è un film duro e asciutto, privo della tenerezza mostrata da King nei suoi rustici ritratti dell’America rurale. Denuncia un bisogno di redenzione e allude alla fede cattolica del regista, ma resta il ritratto problematico di una certezza ottusa e arrogante, che Peck associò alla ricerca collettiva di un capro espiatorio incarnata dal maccartismo.

Imogen Sara Smith

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus