THE BLUE ANGEL

Josef Von Sternberg

S.: dal romanzo di Heinrich Mann. Sc.: Robert Liebmann. F.: Gunther Rittau, Hans Schneeberger. Mus.: Friedrich Hollaender. In.: Emil Jannings, Marlene Dietrich, Kurt Gerron, Rosa Valetti, Hans Albers. P.: UFA. 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nello stesso periodo in cui il cinema americano iniziava la conquista del ricco mercato europeo, producendo a Hollywood e a Joinville film in tante versioni quanti erano i mercati da conquistare, l’Europa cercava di percorrere la stessa strada al contrario. Così, nei nuovi, faraonici studi sonori dell’UFA, sul set di Der Blaue Engel, lo stesso Von Sternberg, lo stesso cast e gli stessi tecnici stavano producendo un altro film: The Blue Angel. La versione inglese del film più famoso della Dietrich venne girata contemporaneamente a quella tedesca, con gli attori che rigiravano le stese scene nelle due lingue. A parte la lingua e gli effetti che il cambio di lingua producono nella recitazione dei due attori principali, la versione americana differisce in molti punti da quella tedesca. Niente di macroscopico: si tratta di particolari, di tagli diversi, di gestualità e di posizioni diverse degli attori, che danno però un’impressione diversa, come se l’occhio del regista e della produzione fosse attento ai gusti e soprattutto ai diversi limiti del “comune senso del pudore” nei due paesi.
Oggi, le due versioni tendono a sovrapporsi, nuovi doppiaggi cancellano le differenze, come speso capita anche alle versioni “europee” dei film americani (si veda il caso di Laurel e Hardy in Italia o in Spagna) quand’anche non spariscono (come nel caso delle multiversioni Paramount prodotte a Joinville. Solo un’attenta ricerca negli archivi può riportare alla luce l’originale oggetto di quella prima americana del 5 dicembre 1930, quando Marlene Dietrich apparve sullo schermo del Rialto a New York.

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