THE BEST MAN

Franklin J. Schaffner

Sog.: dalla pièce omonima (1960) di Gore Vidal. Scen.: Gore Vidal. F.: Haskell Wexler. M.: Robert Swink. Scgf.: Lyle Wheeler. Mus.: Mort Lindsey. Int.: Henry Fonda (William Russell), Cliff Robertson (Joe Cantwell), Edie Adams (Mabel Cantwell), Margaret Leighton (Alice Russell), Shelley Berman (Sheldon Bascomb), Lee Tracy (Art Hockstader), Ann Sothern (Sue Ellen Gamadge), Gene Raymond (Don Cantwell), Kevin McCarthy (Dick Jensen), Mahalia Jackson (se stessa). Prod.: Stuart Millar, Lawrence Turman per Millar/Turman Productions. 35mm. D.: 102’. Bn. 

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In The Dream Life, il suo studio sulla mitologia degli anni Sessanta, J. Hoberman descrive un arco professionale e politico: “Fonda ha tracciato la traiettoria di un liberalismo tormentato nella successione di cadute da ranghi sempre più elevati che caratterizza quella che potremmo definire la sua trilogia JFK. Sconfitto nell’ambizione di diventare segretario di stato in Tempesta su Washington [di Otto Preminger], Fonda riveste quella carica in The Best Man; fallita in quel film la sua candidatura alla presidenza, torna giusto in tempo per le elezioni del 1964 nei panni del leader della nazione nello scenario apocalittico di Fail-Safe”. Film sulla politica e l’etica personale nella società dello spettacolo, The Best Man è dominato non solo dall’immagine di Fonda e dal suo sostegno a democratici progressisti quali Helen Gahagan Douglas e Adlai Stevenson, ma anche dalla voce di Gore Vidal – la densa struttura creata dai suoi dialoghi, dal suo umorismo caustico, dalla disinibita compressione di varie questioni politiche nei pochi giorni di una convention di partito. Per fortuna il progetto perse il suo regista iniziale, Frank Capra, le cui idee senza pretese intellettuali avevano profondamente infastidito Vidal. (Aleggia pero un delizioso sentore del primo Capra nella figura dell’ex presidente: interpretato con la caratteristica parlantina dall’attore pre-Codice Lee Tracy, è un brillante superstite dell’‘epoca dei grandi bifolchi’). Per integrare la competenza politica di Vidal furono reclutati due collaboratori esperti di media. Il regista Franklin J. Schaffner, ancora piuttosto nuovo al cinema, aveva supervisionato e diretto molti programmi politici durante i suoi quindici anni di carriera televisiva, dalle convention al tour della Casa Bianca di Jackie Kennedy. Alla fine degli anni Sessanta il direttore della fotografia Haskell Wexler avrebbe girato Medium Cool, il suo capolavoro, su una convenzione del partito democratico. The Best Man si apre sulla falsariga del direct cinema alla Drew-Leacock (il loro classico kennediano Primary fu girato durante le primarie del 1960, proprio all’epoca del successo del dramma originale di Vidal) e si chiude con Fonda che aggiorna agli anni Sessanta il concetto fordiano di ‘gloria nella sconfitta’: un ambiguo sarcasmo della disfatta, a metà strada tra arroganza e coscienziosità. “Naturalmente sono lieto che abbia vinto il migliore”. 

Alexander Howarth

 

L’approfondimento su Cinefilia Ritrovata

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