THE AMAZING DR. CLITTERHOUSE
Sog.: dalla pièce omonima (1937) di Barré Lyndon. Scen.: John Wexley, John Huston. F.: Tony Gaudio. M.: Warren Low. Scgf.: Carl Jules Weyl. Int.: Edward G. Robinson (dr. Clitterhouse), Claire Trevor (Jo Keller), Humphrey Bogart (Rocks Valentine), Allen Jenkins (Okay), Donald Crisp (ispettore Lane), Gale Page (infermiera Randolph), Henry O’Neill (giudice), John Litel (pubblico ministero). Prod.: Anatole Litvak, Gilbert Miller per Warner Bros. Pictures. 35mm. D.: 87’. Bn.
Scheda Film
Nonostante la presenza di Edward G. Robinson, Claire Trevor e Humphrey Bogart e un’appariscente gang di criminali, The Amazing Dr. Clitterhouse non è il solito film gangster della Warner. Robinson, che interpreta uno psichiatra, vuole studiare la mente dei criminali e i loro schemi comportamentali. L’unico modo in cui il risoluto dottore può ottenere tale comprensione è tentare di commettere egli stesso un crimine. Sottovalutando il proprio lato oscuro, entra in una gang e ne scala rapidamente i vertici. Solo allora si rende conto che gli manca un capitolo, quello sul crimine per eccellenza: l’omicidio.
La commedia di Barré Lyndon da cui fu tratto il film andò in scena prima a Londra e poi a Broadway: si riteneva che avesse un alto valore commerciale e la Universal se ne assicurò i diritti pagandoli cari per poi venderli alla Warner, che respinse la prima stesura di William Faulkner perché troppo cupa. Alla fine fu usata una sceneggiatura di John Huston e John Wexley (collaboratore abituale di Litvak).
Il montatore Warren Low, che visitava il set quotidianamente (pratica insolita), notò con sorpresa che Litvak evitava i primi piani anche quando gli attori principali pronunciavano battute cruciali cui avrebbe giovato la punteggiatura di un’inquadratura ravvicinata. Gli attori dovevano adattarsi, talvolta a malincuore, a un regista che intendeva raccontare la storia attraverso la relazione tra gli attori e il loro spazio. E tuttavia Robinson, che ammirava “il fervore e l’impegno” di Anatole Litvak, era in forma perfetta e vedeva questo film come un’occasione per offrire visioni cubiste della sua maschera da gangster, scomponendola e affrontandola da angolazioni inedite. Litvak, da parte sua, sperimentava con l’idea di falsa identità come mezzo per superare le barriere di classe e svelare i tanti strati sotto cui un uomo può nascondersi. In seguitò rivisitò il legame tra ceto sociale e criminalità in La notte dei generali, dove un alto ufficiale nazista si rivela una sorta di Jack lo squartatore.
Ehsan Khoshbakht