THE AGE OF INNOCENCE

Martin Scorsese

Sog.: dal romanzo omonimo di Edith Wharton. Scen.: Jay Cocks, Martin Scorsese. F.: Michael Ballhaus. M.: Thelma Schoonmaker. Scgf.: Dante Ferretti. Mus.: Elmer Bernstein. Int.: Daniel Day-Lewis (Newland Archer), Michelle Pfeiffer (Ellen Olenska), Winona Ryder (May Welland), Geraldine Chaplin (Mrs. Welland), Michael Gough (Henry van der Luyden), Richard E. Grant (Larry Lefferts), Mary Beth Hurt (Regina Beaufort), Robert Sean Leonard (Ted Archer), Norman Lloyd (Mr. Letterblair), Miriam Margolyes (Mrs. Mingott). Prod.: Barbara De Fina per Columbia Pictures, Cappa/De Fina. DCP. D.: 138’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Per mantenere il giusto equilibrio mi sono ricordato di ciò che diceva Marty: “È una storia d’amore. A contare sono le emozioni, non l’ambientazione. Cogli l’emozione e verrà anche tutto il resto”. […] Era una storia d’amore che richiedeva finezza e perspicacia, ambientata tra le famiglie più importanti di un’élite newyorkese d’antica ricchezza. L’ambiente non ci era familiare, ma questo poteva rappresentare un vantaggio: lo avremmo affrontato senza complessi.
Entrambi avevamo reagito alla carne viva del romanzo di Edith Wharton – alle emozioni – e non semplicemente all’aspetto decorativo. Dall’adattamento di un libro simile potevamo imparare qualcosa, per esempio sulla costruzione dell’intreccio, e metterci qualcosa di nostro. Volevamo creare un punto d’incontro tra il romanzo e lo spirito dei vecchi film da noi ammirati e a volte amati. […]
Per Marty la storia evocava un’epoca particolare e affascinante senza però appartenerle in maniera esclusiva. “L’ambientazione”, disse, “serve solo a mostrare perché questo amore è impossibile”. È vero, ma resta un’ambientazione seducente. Aveva decisamente sedotto anche me, quando il mio compagno di università P.F. Kluge mi aveva passato il libro descrivendomi succintamente i suoi splendori e definendo memorabile l’ultima battuta di dialogo. Lo lessi subito. […] Ciascun capitolo mi scorreva davanti agli occhi come il rullo di un film. Quando ebbi modo di suggerire il libro a Marty, qualche anno dopo, non gli dissi nulla dei dialoghi. […]
Dovetti aspettare un po’. Marty posò il libro su uno scaffale e ne rimandò la lettura, quasi per istinto. Poi una vicenda privata gli riportò alla mente il romanzo di Edith Warthon. Allora lo riprese in mano e capì. Marty vide nella scansione dei capitoli quello che ci avevo visto io. E vide altro. Vide scene, sequenze, movimenti di macchina, tagli di montaggio. Penso che quando voltò l’ultima pagina avesse già in mente tutto il film. […]
Film dopo film, Marty stava diventando sempre più bravo nel rendere le particolarità e i dettagli delle varie sottoculture contemporanee. Sapevo che con il suo occhio infallibile e il suo istinto per le sfumature sociali avrebbe potuto ottenere risultati altrettanto formidabili concentrandosi su un’epoca diversa e su un ambiente meno familiare. Lo conoscevo bene. Sapevo che il mio amico era un avido lettore di libri di storia ed era affascinato dai riti sociali. Tutto ciò lo avvicinava alla New York di Edith Wharton più di quanto potessero pensare tutti quelli che lo conoscevano – o credevano di conoscerlo – tramite i suoi film.

Jay Cocks, in Martin Scorsese, Jay Cocks, The Age of Innocence, Newmarket Press, New York 1993

Copia proveniente da

Per concessione di Park Circus.
Restaurato in 4K da Sony Pictures Entertainment, a partire dal negativo camera 35mm originale. Restauro del suono realizzato presso Deluxe Audio Media Services; restauro digitale dell’immagine presso Prasad Corporation