The adventurer

Charles Chaplin

T. it.: L’evaso. Scen.: Charles Chaplin. F.: Roland Totheroh. Int.: Charles Chaplin (l’evaso), Edna Purviance (una ragazza), Herny Bergman (suo padre/un operaio), Martha Golden (sua madre), Eric Campbell (il suo innamorato), Albert Austin (maggiordomo), Toraichi Kono (chaffeur), John Rand (invitato), Frank J. Coleman (secondino grosso), Loyal Underwood (invitato piccolo), May White (signora imponente), Janet Miller Sully , Monta Bell. Prod.: Charles Chaplin per Lone Star Mutual. Pri. pro.: 22 ottobre 1917. DCP. 2 bobine. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Congedo cinematografico di Chaplin alla Mutual, The Adventurer risente, come osserva David Robinson e a giudicare dai tagli sopravvissuti, di una crisi creativa. Per questo particolare titolo, tuttavia, e contrariamente alle sue abitudini, Chaplin analizzò nel dettaglio la gag del gelato che scivola nel collo della signora per illustrare, in maniera più generale, alcuni meccanismi alla base del suo paradigma comico: “La prima risata è provocata dal mio imbarazzo, la seconda, più sonora, dal gelato che cade sul collo della signora che si mette a strillare e a dare in escandescenza. Con un solo incidente sono riuscito a mettere nei guai due persone e a provocare due scoppi di risa. Per quanto a prima vista possa sembrare elementare, si è qui tenuto conto di due distinte proprietà della natura umana. La prima è costituita dalla soddisfazione che prova il pubblico nel vedere ridicolizzati la ricchezza e il lusso, la seconda è la tendenza degli spettatori a provare le stesse sensazioni che l’attore prova sulla scena. Una delle prime cose che si imparano lavorando in teatro è che alla gente piace vedere i ricchi colpiti da disavventure di ogni genere, e la ragione è che nove decimi dell’umanità è in condizioni di povertà, e segretamente ritiene un privilegio ingiusto le ricchezze dell’altro decimo. Se avessi fatto cadere il gelato sul collo di una povera donna, ad esempio di una donna delle pulizie, non avrei suscitato ilarità ma simpatia verso la vittima. […] Quando dico che lo spettatore prova le stesse emozioni dell’attore voglio semplicemente dire che, per restare al mio esempio, quando la signora ricca rabbrividiva il pubblico rabbrividiva con lei. […] Tutti sanno che il gelato è freddo e tutti rabbrividiscono: se avessi usato qualcosa di meno facilmente identificabile l’effetto comico sarebbe mancato”.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2013 da Fondazione Cineteca di Blogna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates
Restauro sostenuto da Alexander Payne