Tea And Sympathy

Vincente Minnelli

T. It.: Té E Simpatia; Sog.: Basato Sull’opera Omonima Di Robert Anderson; Scen.: Robert Anderson; F.: John Alton; Mo.: Ferris Webster; Scgf.: William A. Horning, Edward Car- Fagno, Edwin B. Willis, Keogh Gleason; Cost.: Helen Rose; Mu.: Adolph Deutsch; Su.: Wesley C. Miller; Int.: Deborah Kerr (Laura Reynolds), John Kerr (Tom Robinson Lee), Leif Erickson (Bill Reynolds), Edward Andrews (Herb Lee), Darryl Hickman (Al Thompson), Norma Crane (Ellie Martin), Dean Jones (Ollie), Jacqueline De Wit (Lilly Sears), Tom Laughlin (Ralph), Ralph Votrian (Steve), Steven Terrell (Phil), Kip King (Ted), Jimmy Hayes (Henry), Richard Tyler (Roger), Don Burnett (Vic); Prod.: Pandro S. Berman Per Metro Goldwyn Mayer; Pri. Pro.: 27 Settembre 1956; 35mm. D.: 122′. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Il soggetto poteva (…) apparire audace per l’epoca perché si abbordava, anche se da lontano e “allo stato latente”, l’omosessualità. Il Breen Office pretese d’altronde che, nel film, fossero aggiunti un prologo e un epilogo nei quali la donna adultera doveva riconoscere di avere subìto le conseguenze del suo atto. Oggi, il “messaggio” della pièce (e del film), per quanto generoso sia (…), appare presentato in modo schematico, e i dialoghi di Anderson non sono particolarmente brillanti. Ma se il risvolto polemico è invecchiato (Minnelli attaccava il conformismo di gruppo con più sottigliezza e virulenza in Van Gogh), l’aspetto melodrammatico conserva una forza sicura, e Minnelli, una volta di più, si impadronisce dell’opera per trattarvi uno dei suoi temi favoriti. Tea and Sympathy mostra la lotta di due universi apparentemente inconciliabili. Da un lato, il mondo “virile” del collegio, studenti e professori, fraterni e complici nello sforzo fisico e la difesa di virtù esclusivamente maschili. Dall’altro, il mondo femminile, mogli dei professori in questione, unite nella pratica dell’uncinetto, nel circolo dei pettegolezzi e nelle faccende domestiche. Ma, di fatto, questi due universi appartengono allo stesso mondo sociale, dove l’apparenza è primordiale. Bisogna mostrare la propria forza fisica, come bisogna mostrare che si è una buona padrona di casa. Preoccupati dell’esterno, gli abitanti di questi due universi non hanno più niente da dirsi di profondo, sincero e interiore. Questi due universi, in effetti, ne formano uno solo”.

Franpois Guérif, Vincente Minnelli, Edilig, Paris, 1984

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