TAPPEHA-YE MARLIK

Ebrahim Golestan

T. alt.: The Elements. Scen.: Ebrahim Golestan. F.: Soleiman Minassian. M.: Ebrahim Golestan. Mus.: Morteza Hannaneh. Int.: Brian Spooner (voce narrante inglese), Ebrahim Golestan (voce narrante persiana). Prod.: Golestan Film Studio

35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un sito archeologico nell’Iran settentrionale risalente a 3000 anni fa è contemporaneamente zona di scavi e terreno concimato dai contadini. Ulteriore esempio del lavoro documentario di Golestan su elementi classici, in cui il passato e il presente si toccano, il film mostra un’evidente continuità tra le varie manifestazioni umane colte dalla macchina da presa, infondendo vita negli oggetti inanimati.

Guardandolo è impossibile non pensare a Les Statues meurent aussi (1953): entrambi i film tracciano delle connessioni tra l’uomo, l’arte e la morte, e sono caratterizzati da un approccio storico insieme poetico e politico. Dal punto di vista tecnico, sembra che Golestan abbia preso da Marker/Resnais/ Cloquet il modo di isolare le statue e gli altri oggetti da ciò che li circonda, mostrandoli su uno sfondo nero puramente cinematografico e dando loro il senso del volume necessario. Golestan presta un’attenzione scrupolosa al suono, dato che molto spesso la musica – eccellente contributo di Morteza Hannaneh, uno dei più autorevoli compositori iraniani moderni – tace per amplificare il rumore delle setole che accarezzano un frammento di ceramica.

Da: University of Chicago Film Studies Center