Syn

Ryszard Czekała

[Figlio] T. int.: Son. Scen.: Ryszard Czekała. F.: Jan Tkaczyk. Prod.: SMF/SFA.. 35mm. D.: 10′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un aratro che incide monotono solchi nella terra nera, la mungitura delle vacche: tanto basta a descrivere le fatiche e la semplicità della vita rurale. Due anziani contadini ricevono la visita del figlio che vive ormai in città. Ci viene mostrata la rozza, semplice fisionomia dei personaggi, e i primi piani mettono a fuoco nei dettagli la ‘topografia’ quasi astratta delle loro mani callose. Czekała, la cui scelta dei soggetti risultava spesso spiazzante, sapeva creare tensione tra la brutalità della forma e la dolcezza del messaggio. Ne è un ulteriore esempio il premiato film d’animazione Apel, sull’appello in un campo di concentramento. Entrambi i film rivelano una padronanza magistrale della tecnica cut-out. Le forme grezze in bianco e nero sono sottoposte all’effetto incrociato della trama della carta e di un sottile strato di inchiostro. Privi di musica e dialoghi ma ricchi di suoni della natura, i film di Czekała esplorano un ampio spettro di emozioni. I suoi personaggi appaiono vivi e reali, come in un documentario. Non sorprende dunque che Czekała si sia in seguito dedicato al film di finzione, che gli ha permesso di approfondire il suo interesse per il cinema d’impegno sociale.

Elżbieta Wysocka

 

Copia proveniente da