STELLINA, LA PESCATRICE DI VENEZIA
P.: Film d’Arte Italiana. 640m. 35mm.
Scheda Film
Madeleine Céliat, gentile attrice di teatro e poi anche di cinema, venne inviata da Charles Pathé alla Film d’Arte Italiana perché rimpiazzasse Francesca Bertini, appena passata alla Celio. Giunta a Roma, l’attrice fu protagonista di una mezza dozzina di film, tra i quali questa Stellina, pescatrice di Venezia, che venne girato a Venezia e ingentilito dai tenui pastelli del Pathécolor.
Pronto sin dall’aprile del 1912, il film venne presentato in anteprima a Venezia. La stampa locale, che mai s’era interessata di cinematografo, si scagliò contro il film, accusandolo di aver inquadrato nella città lagunare una fosca vicenda con risvolti granguignoleschi. L’Adriatico in particolare, lamentò il mercimonio che veniva consumato di Venezia, utilizzata solo come specchietto di richiamo per un film indegno in cui i protagonisti erano agitati da sentimenti e portati ad azioni non proprio tipicamente locali.
La Film d’Arte ritirò il film e lo ripropose solo agli inizi del 1913, evitando nuove proiezioni nel Veneto.
Ritornando alla protagonista, la Céliat passò poi all’Ambrosio, ove apparve, tra il 1914 ed il 1916, in numerose pellicole, di cui si ricordano L’onore di morire (1915), La Gorgogna (1916), ma sopra tutte Monna Vanna (ancora del 1916) di Mario Caserini, in coppia con un baldante Annibale Ninchi.Un particolare curioso: nel 1915, l’Aquila-Film di Torino presentò un film intitolato Maddalena Céliat. Era il nome della protagonista di un drammone a forti tinte, nel più inveterato stile della casa torinese; immediata la reazione dell’attrice, che si rivolse al tribunale per illecito uso del suo nome. Il film cambiò titolo e divenne L’infanticida di Valroncy.
(Vittorio Martinelli)