STARYJ NAEZDNIK

Boris Barnet

Scen.: Mihail Vol’pin, Nikolaj Erdman; F.: Konstantin Kuznecov; Scgf.: Artur Berger, Vladimir Kamskij; Mu.: Vladimir Jurovskij; Su.: A. Gornštejn; Int.: Ivan Skuratov (Ivan Sergeevič Trofimov), Anna Komolova (Marusja, sua nipote), Lidija Dejkun (Evgenija Fëdorovna), Leonid Kmit (Vasja Pičugin), Sergej Blinnikov (Zot Jakovlevič), Ivan Ljubeznov (Kostja), V. Popov (cameriere), F. Kurichin (Saša), V. Lepko (Anatolij Petrovič), N. Nikitič (Pavel Nikolaevič); Prod.: Mosfil’m; Pri. pro.: 23 ottobre 1959. 35mm. D.: 96’. Bn

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Della sceneggiatura di Erdman e Vol’pin, autori delle più celebri commedie musicali dell’epoca quali Veselje rebjata [Ragazzi allegri] e Volga-Volga [id.], Barnet amò l’autenticità dei personaggi e delle situazioni narrate «irradianti passione umana». La semplicità con cui il sottotesto della commedia svelava il dramma dell’anziano fantino, escludeva per Barnet quella tipica e forzata comicità che avrebbe distolto lo spettatore dal fulcro del soggetto.
Nel dicembre del 1940 il film ebbe l’approvazione del principale organo di controllo sul repertorio, ma la Mosfil’m, senza alcuna motivazione ufficiale, ne sospese l’uscita. A nulla servirono le parole entusiastiche e di stima espresse pubblicamente da Šklovskij, Donskoj e Judin. Così pure fu vana la lettera agli Studi di Michail Romm, che considerava la possibilità di lievi modifiche pur di far arrivare il film sugli schermi. A tutt’oggi mancano documenti sul divieto, ma è noto che Ždanov, in un intervento al Comitato per la cinematografia nel maggio del ‘41, incluse il titolo tra quei film dalla sospetta tendenza ideologica. Di certo gli autori pagarono la naturalità con cui rappresentarono l’ambiente dell’ippodromo, tollerato nella realtà ma non ammesso nell’immagine della vita sovietica che doveva essere data sullo schermo.
Il film, recuperato solo nel 1959, passò del tutto inosservato tra mutamenti storici e ricerca di nuove tendenze espressive.

Copia proveniente da