STADT IN FLAMMEN

Schmelzdahin

S.8. D.:5‘,col. muto.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Schmelzdahin (Dissolversi) è un gruppo formato da tre filmmaker e nato nel 1979. I suoi membri, Jochen Lempert, Jochen Müller e Jürgen Reble, hanno intrapreso insieme varie ricerche nei campi della fotografia, del montaggio e dei processi di sviluppo e stampa della pellicola. Hanno condotto anche complessi esperimenti sugli effetti della decomposizione batteriologica, della disintegrazione e dei procedimenti chimici sull’emulsione della pellicola. Il gruppo collezionava ogni sorta di film in Super 8, sottoponendoli a una vasta gamma di trattamenti chimici e meccanici e producendo in questo modo una ventina di cortometraggi, prima di sciogliersi nel 1989.
Un giorno il gruppo trovò un Super 8 intitolato City in Flames. Dopo esservi intervenuti con una macchina da cucire, non contenti del risultato lo abbandonarono in un angolo del giardino. Quando, dopo sei mesi, ritrovarono la copia, scoprirono che i batteri avevano attaccato gli strati colorati dell’emulsione facendo sì che i colori si mescolassero tra loro. Affascinati dal nuovo aspetto del film, ne selezionarono alcune parti per poi riprodurre ogni fotogramma quattro volte con una stampatrice ottica surriscaldata. Nessuna delle copie prodotte era identica all’altra, e il film sembrava palpitare di una vita propria

(Programma della Cinémathèque Ontario, “City in Flames” –Experimental Visions, curato da Karola Gramann, 1997).