SPEER GOES TO HOLLYWOOD

Vanessa Lapa

Scen.: Vanessa Lapa, Joëlle Alexis. M.: Joëlle Alexis. Mus.: Frank Ilfman. Prod.: Vanessa Lapa, Tomer Eliav per Realworks. Associate Prod.: Sylvain Goldberg. Co-Prod., Björn Koll per Salzgeber & Co. Medien GmbH, Felix Breisach per Medienwerkstatt GmbH. DCP.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Albert Speer è un enigma. L’ufficiale nazista più alto in grado cui sia stata risparmiata la condanna a morte a Norimberga, Speer fu uno dei più stretti collaboratori di Hitler nel ruolo di architetto capo incaricato di trasformare Berlino nella capitale di un impero globale. Nominato ministro per gli armamenti e la produzione bellica nel 1942, Speer fu responsabile di dodici milioni di lavoratori forzati ridotti in schiavitù. Eppure perfino oggi gode della reputazione di ‘nazista buono’, mito che costruì egli stesso. Speer Goes to Hollywood incontra il suo protagonista nel 1971, quando Speer lavorava a una sceneggiatura per la Paramount Pictures tratta dal suo libro intitolato Memorie del Terzo Reich. Il documentario, basato su quaranta ore di registrazioni audio effettuate dallo sceneggiatore Andrew Birkin, narra il cinico tentativo di Speer di insabbiare il proprio passato con un film di finzione. Le registrazioni sono completate da rari filmati d’archivio risalenti a prima e dopo la Seconda guerra mondiale, ai processi di Norimberga e agli anni in cui ormai Speer conduceva una vita ritirata da signore di campagna. Ora giustapposte, ora intrecciate, queste tre linee temporali compongono il filo narrativo del film collaborando a creare una tensione ironica e agghiacciante. Speer Goes to Hollywood offre un’intrigante visione dei meccanismi psicologici di un uomo che fu responsabile di milioni di morti ma che e ancora da molti considerato una degna persona in circostanze indegne. Questo nuovo film di Vanessa Lapa, premiata regista di The Decent One (2014), è un ammonimento su come sia facile manipolare il mezzo filmico per distorcere la memoria storica.

 

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